Dodici persone (leggi i nomi) sono state arrestate questa mattina nell’operazione antimafia del Ros contro esponenti di primo piano della cosca Piromalli di Gioia Tauro.
Sono accusate di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, truffa ed altri reati aggravati dalle finalità mafiose.
Questi arresti, coordinati dalla Procura distrettuale antimafia, sono collegati all’operazione Provvidenza che meno di un mese aveva portato al fermo di 33 persone considerate appartenenti al sodalizio criminale di Gioia Tauro.
E’ stato inoltre sequestrato il consorzio Co.p.a.m. di varapodio, costituito da oltre 40 aziende e cooperative agricole operanti nella Piana, in Sicilia e nel basso Lazio.
Le indagini avrebbero documentato il livello di infiltrazione dei Piromalli nel tessuto economico locale e in particolare nel settore agro-alimentare, grazie alla complicita’ di imprenditori collusi.
Tra i destinatari dell’ordinanza Giuseppe Piromalli (72 anni detto facciazza e già detenuto) e il fratello Antonio Piromalli (78 anni, detto u catanisi). Secondo la Dda sarebbero in grado di orientare gli equilibri criminali dell’intero mandamento tirrenico e di condizionare il locale tessuto economico-imprenditoriale grazie alla complicità di imprenditori contigui alla cosca.
In particolare, l’indagine ha accertato come Pino Piromalli dal carcere, fosse in grado di mandare all’esterno ordini e messaggi, funzionali alla direzione degli affari del clan, controllati attraverso il figlio Antonio fermato lo scorso 26 gennaio.
Secondo gli inquirenti anche il 78enne Antonio Piromalli avrebbe avuto un ruolo carismatico all’interno della cosca, defilato sotto il profilo strettamente operativo, ma ancora molto influente nella pianificazione delle strategie criminali dell’organizzazione, soprattutto nel dirimere le controversie sorte tra gli affiliati, anche rispetto a problemi non prettamente criminali come la compravendita di terreni, le contese ereditarie e le offerte di lavoro.
Dalle indagini sarebbe inoltre emerso che a lui fosse stato assegnato il compito di ricomporre i rapporti con la cosca Molè, un tempo alleata, attraverso la figura di Michele Molè (51 anni), coinvolto nella ripartizione dei proventi derivanti dagli affari criminali legati alla gestione del porto.
Sul piano più generale, i Ros hanno messo in luce anche le infiltrazioni dell’organizzazione criminale sia nel settore agroalimentare, documentando le interrelazioni transnazionali strumentali allo sviluppo di importanti traffici commerciali, che nel settore turistico-ricettivo, attraverso ingenti investimenti di denaro di provenienza illecita nell’acquisto di strutture alberghiere situat in zone costiere ad elevata vocazione turistica.
In particolare nel comparto oleario, sarebbe emersa la figura degli imprenditori Domenico e Gioacchino Careri, proprietari della Sgf Fratelli Careri srl,. attiva nel commercio di olio di oliva e destinataria del provvedimento di sequestro preventivo. Secondo gli investifatori i due imprenditori sarebbero da sempre legati a Pino Piromalli e al figlio Antonio, per conto dei quali avrebbero avviato un’attività di esportazione di olio verso gli stati uniti, con la prospettiva di rilevanti introiti derivanti dalla possibilità di commercializzare il prodotto negli ipermercati americani, potendo contare nell’aiuto di Rosario Vizzari (già destinatario del provvedimento di fermo emesso dalla Dda che avvierà formale richiesta di estradizione alle autorità statunitensi).
La Dda ritiene che Vizzari sia il prestanome in new jersey dei Piromalli.
Questo meccanismo avrebbe permesso al clan gioiese di penetrare nel mercato americano con prospettive di guadagno e riciclaggio di denaro e ai Careri di assumere una posizione rilevante nel settore oleario, vendendo il proprio prodotto ad un prezzo decisamente vantaggioso e dissimulando, dietro l’etichettatura di olio extravergine, la vendita di olio di sansa (in alcuni casi persino avariato).
Le ipotesi di frode in commercio e contraffazione alimentare sono attualmente al vaglio delle autorità americane, con approfondimenti da parte dell’ Fbi.