L’attenzione ad una fedele ricostruzione delle scene principali del presepe tradizionale: la corte del re Erode, il passaggio dei Magi, la stalla trasformatasi nella culla del Figlio di Dio, sono attorniate da scene di vita quotidiana. Dalla laboriosità dei pastori a dalla dignitosa vita contadina fino agli antichi mestieri. Fabbri, falegnami, vasai e tessitrici, imbastiscono un percorso che ci riporta indietro nel tempo.
Si intrecciano palme, nei mesi che precedono l’evento, si costruiscono capanne, e al mattino, prima che tutto abbia inizio, si impastano pane e zeppole, si fa il caglio per la ricotta, si prepara il forno fino a far diventare bianca la pietra e lo si inebria del profumo del sambuco…gesti antichi, che ci aiutano a capire il senso delle tradizioni e che fanno della contrada il luogo della ancora possibile socialità.
Un intero “villaggio” in trepidazione, pronto ad accogliere i visitatori, che anche quest’anno, dunque, non sono rimasti delusi, anzi più entusiasti di sempre, perché nonostante le condizioni atmosferiche avverse il risultato è stato davvero brillante.
Soddisfazione è stata espressa da sindaco Alessandro Cannatà, dall’assessore Giuseppe D’Angeli, dal preside Sorace e dal rappresentante dell’associazione culturale “San Pietro”, Antonio Loprevite, che nel ringraziare tutti per il lavoro lungo e, come sempre impegnativo, ha sottolineato il messaggio importante che iniziative come questa hanno: “c’è una popolazione che vuole far emergere il proprio territorio, trasmettere ai più giovani, partendo dai bambini il valore delle tradizioni ma soprattutto il valore della solidarietà e legalità”.
E “il mondo del presepe” è stato anche cantato e recitato dai bambini del plesso scolastico di contrada San Pietro “G. Curinga” che con dolcezza hanno dato voce al sogno di un mondo migliore, in fondo il senso della Natività è tutto lì…una nuova vita per un mondo migliore!
Maria Pia Tucci