CITTANOVA (23 luglio 2011) – Chi sostiene che la “Questione meridionale” stia diventando anche una “Questione settentrionale”? e quali sono le priorità in entrambi i casi? Dal dibattito nella sala convegni del Centro culturale di Cittanova è venuto fuori che, probabilmente, si dovrebbe parlare soltanto di “Questione nazionale”, studiando quello che è accaduto al Sud (impoverito) e al Nord (industrializzato) dopo l’Unità d’Italia.
L’occasione per discutere dei problemi delle regioni meridionali è stata la presentazione del libro di Lino Patruno (già direttore della Gazzetta del Mezzogiorno di Bari) “Fuoco del Sud”. Insieme all’autore anche Franz Foti, presidente della commissione Cultura dell’ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, presidente dell’ordine nazionale dei giornalisti e il docente dell’Università di Messina, Saverio Di Bella.
Le responsabilità dell’impoverimento della nostra regione, e del Sud in generale, sono da imputare per Franz Foti alla politica. «C’è un Sud che viene utilizzato soltanto dai governi». Urge «un Rinascimento meridionale culturale». Anche l’autore ha proseguito sottolineando che proprio dopo il 1861 il Meridione si è impoverito, nonostante fosse fino a quel momento ricco e abitato da un popolo laborioso. «Dall’Unità in poi, siamo stati costretti a vivere d’agricoltura – ha detto – non c’è società sviluppata che abbia saltato l’anello dell’industrializzazione. Differentemente si vive solo di assistenzialismo». Mentre di Bella ha ricercato le cause dell’arretratezza, nelle ribellioni per il riscatto dei contadini («che non hanno generato la ‘ndrangheta, che nulla ha a che fare col brigantaggio, semmai nasce come conseguenza di una guerra civile e di classe»). Iacopino ha richiamato un po’ tutti a «praticare le cose oltre che predicarle». Smettendola di usare «l’alibi dello Stato poco presente e rimbocchiamoci le maniche».
Durante il dibattito moderato da Armando Foci, non sono mancati gli interventi dei nostri politici provinciali, fra cui Edoardo Lamberti Castronuovo (neo assessore alla Cultura della Provincia) e del presidente Giuseppe Raffa. I quali hanno mostrato un certo ottimismo per il futuro, dicendo che ognuno deve fare la sua parte. Per Raffa alcune responsabilità del mancato sviluppo sono «politiche». Fra gli interventi anche quello del presidente del Parco nazionale d’Aspromonte, Leo Autellitano, del sindaco della città, Alessandro Cannatà.
Interessante il contributo di Amedeo Colacino, sindaco di Motta Santa Lucia che si batte per la memoria dei meridionali, oggetto di sperimentazione da parte di un medico, Cesare Lombroso, che basava le sue convinzioni sulla tesi “dell’uomo delinquente nato o atavico”. Per provare la sua tesi Lombroso non esitò a scorticare cadaveri, mozzare e sezionare teste, effettuare interventi su uomini ritenuti criminali per le misure di parti del cranio o del corpo, etichettando alcuni come “delinquenti per natura”. Oggi è aperta una petizione online affinchè le teorie di Lombroso vengano rimosse dai libri di testo e non si ricordi più il suo nome in campo scientifico. Basta andare sul sito NoLombroso.org.
Angela Corica