CITTANOVA – Mentre in tutta Italia l’emergenza maltempo ha provocato un dispendio enorme di gas ed energia elettrica per l’eccessivo ma giustificato utilizzo di stufe e altre fonti di calore, al liceo scientifico “Michele Guerrisi” di Cittanova, nemmeno la presenza della neve ha accelerato la riaccensione dei riscaldamenti. Il termometro è sotto lo zero e sia dentro che fuori il clima è gelido.
Gli studenti, grazie all’impulso dei loro rappresentanti, protestano da più di tre giorni, sostituendo alle lezioni, assemblee e presidi fuori dalle aule. Ma ancora niente da fare. Stamattina dal Palazzo della Provincia hanno fatto sapere che entro una settimana l’ingegnere Foti sarà in grado di definire un piano per superare una situazione insostenibile. Un piano che, sostanzialmente, prevede la sistemazione o sostituzione delle tubature guaste.
Ma non è un fatto nuovo. Quest’anno gli studenti non hanno mai usufruito dei riscaldamenti e qualche mese fa, a seguito di una prima protesta, avevano ottenuto delle stufe da sistemare dentro le aule. Se però fuori si gela, le stufe non bastano e per questo i ragazzi sono tornati sul piede di guerra. In mattinata anche il primo cittadino, Alessandro Cannatà, ha incontrato gli studenti, cercando di tranquillizzarli.
Mentre la dirigente, Teresa Crupi, li ha invitati a rientrare ed interrompere la protesta. Per il momento la situazione è sotto controllo e gli studenti attendono che la Provincia mantenga la promessa che prevede la riapertura dei riscaldamenti nel giro di una settimana. Ma già annunciano: se non sarà così, ripartiremo con lo sciopero finchè non sarà garantito il servizio. Anche questo succede nella Piana dalle mille emergenze. Anche questo succede in una scuola di prestigio della provincia reggina.
La linea del dialogo, fino ad oggi, non ha prodotto alcun risultato e i ragazzi sono stati ‘costretti’ a interrompere le lezioni. Certamente non è normale che un Liceo in pieno inverno non sia dotato di un regolare impianto di riscaldamento che funzioni, al di là delle responsabilità. Per ora, non resta che attendere l’intervento della Provincia. Intanto i ragazzi, al posto dei libri, si armeranno di giubbini, sciarpe di lana, maglioni e magari guanti e cappello per poter stare in classe senza congelare.
Angela Corica