CITTANOVA – Francesco De Matteis scopre di essere fuori dal Pd dalla sera alla mattina e pensa al complotto contro di lui, da parte dei suoi ex compagni, o quasi compagni.
Se Alessandro Cannatà (centrodestra) ha vinto le elezioni a Cittanova, infatti, e da due anni guida l’amministrazione comunale, è “colpa dei comunisti”. O, meglio, dei “comunisti dissidenti del Pd” che non hanno accettato mai che il partito si “riformasse” allargandosi a gente come il consigliere Francesco De Matteis e altri, tutti facenti parte all’area dell’ex presidente Peppe Bova. Gruppo che a Cittanova conta anche della presenza del consigliere provinciale Francesco D’Agostino.
Se il Pd oggi è, sostanzialmente, un partito diviso e poco incisivo in città, è certamente colpa di quella parte della sinistra, “ex comunista” per De Matteis, ma forse sarebbe opportuno dire ex Ds come (e non solo) Mommo De Maria che oggi è coordinatore provinciale del Partito democratico, che non hanno accettato personalità come De Matteis che dal 2009 ha la tessera del partito. Non fa nomi il consigliere, parla solo di “ex comunisti” e delle responsabilità di questi. Accuse che comunque pesano quanto un macigno sulla testa del resto dei democrats.
Dato che, a parte le contrapposizioni personali hanno scelto di licenziare il consigliere con un pubblico manifesto, senza nessun incontro preliminare, né un avviso, né alcuna possibilità di dialogo.
“Questi signorotti in “camicia rossa” – scrive De Matteis riferendosi al passato – pensavano forse che potevano bastare quaranta tessere familiari per costruire un partito ed è stata forse questa loro elucubrazione mentale ad averli indotti ad una forma di autoesaltazione che ben presto si è sbriciolata dinanzi al nuovo tesseramento del Pd che ha permesso al sottoscritto e ad oltre mille cittanovesi di potersi iscrivere liberamente al Pd. Da ciò capirono che da un momento all’altro il loro “sistema di potere” avrebbe potuto improvvisamente “squaquaracchiarsi” sotto il vento della democrazia che cominciava a soffiare forte all’interno del circolo Pd di Cittanova”.
Dunque il circolo è stato frequentato per De Matteis solo da una parte di questi “comunisti dissidenti”: “hanno sabotato le Primarie – continua il consigliere – e molti furono i mal di pancia per la mia candidatura a sindaco, da loro voluta e mai accettata.
Il dopo-Musi, tornando all’attualità, ha ancora accentuato le frizioni all’interno del partito, De Matteis rincara la dose: “Oggi, una volta che Musi gli ha messo in mano il Partito, riconsegnandoglielo in un vassoio d’argento, grazie ai colpi di scure “irragionevolmente” da lui inferti su un tesseramento limpido, cristallino, libero, democratico e partecipativo, questa gente di nuovo è “ riemersa” ed ha ripreso a frequentare il partito, dove, ognuno si è riappropriato della vecchia postazione di potere personale. Adesso il partito è veramente compatto, ricompattato unicamente su posizioni di potere. Nessuno di loro, ovviamente, ha mai sognato fino ad ora di convocarmi alle riunioni ed alle assemblee che si sono tenute nel dopo Musi. Fingono tutti, poverini, di non sapere che il sottoscritto è tesserato al Pd”.
La storia si ripete sempre, al punto tale che “Allora i comunisti locali preferirono votare a destra pur di farmi perdere le elezioni, oggi invece mi comunicano con un pubblico manifesto di avermi “dimissionato” dal circolo PD di Cittanova, senza un contraddittorio, “soppresso” dagli effetti una purga stalinista somministratami in dose non terapeutica”.
Tutto ciò in un momento in cui ci sono nuovi movimenti all’interno del partito in città, che sicuramente porteranno De Matteis (e forse altri) verso nuovi orizzonti, ancora manca un bel po’ per le prossime elezioni comuna.
Angela Corica