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Calogero: «Il tavolo regionale sull’agricoltura è una bufala»

Riceviamo e pubblichiamo:

Antonino Calogero

Il tavolo regionale sull’agricoltura della Piana si rivela una bufala che trascina i lavoratori alla fame.

Ancora è forte l’eco dei tamburi della propaganda scopellitiana che annunciava, come panacea di tutti i mali, la costituzione di un tavolo regionale specifico dell’agricoltura della Piana. Un’iniziativa, costituita con tanto di delibera regionale, che, già allora, era stata ritenuta dalla Cgil inefficace e monca; escludeva, appunto, dal coinvolgimento le organizzazioni dei lavoratori.

Oggi, tranne il flebile ricordo di una seduta, tenutasi a Palmi come riportarono le cronache giornalistiche, gli effetti di quel tavolo non se n’è visto nessuno.

Sarà stata anche questa la solita messa in scena per produrre il clamore di un comunicato stampa ? O peggio il riproporsi della pratica di un fare di facciata economicamente improduttivo e lontano da risultati utili al lavoro e all’occupazione?

Intanto, il sistema agricolo della Piana arretra e ogni giorno si perde lavoro in uno dei settori che continua a essere rilevante nell’economia del territorio.

Non basterà, certo, il dinamismo di qualche assessore provinciale a sollevare le sorti dell’agricoltura.

Rimangono, purtroppo, tutti i nodi irrisolti di un sistema ancorato a un modello vecchio che molto lentamente cerca di riconvertirsi qualitativamente. Sopravvive la cultura diffusa che tutti gli aiuti comunitari non debbano essere destinati agli investimenti in azienda per migliorare prodotti e generare nuova occupazione; bensì, tuttora si pensa che gli aiuti debbano finire nei guadagni e si premia nell’assegnazione la scelta di criteri che favoriscono i “furbi” che possono pagare i professionisti migliori che sanno costruire piani colturali surreali piuttosto che i produttori virtuosi.

Questo ci consegna uno scenario drammatico che per gli effetti di un altro calo degli occupati scatenerà una concorrenza spietata anche tra la manodopera locale, italiana e straniera; non è detto che questo dualismo, presente da molto tempo possa addirittura acuirsi.

Le difficoltà d’integrazione dei ragazzi africani a Rosarno non dipendono solo dallo stato di abbandono in cui versano, a causa di politiche sbagliate per assenza di Regione e Governo, ma dipendono da un sistema agricolo non in grado di elevare i livelli retributivi attraverso la competitività dei prodotti agricoli.

Il vuoto d’intervento della Regione, che la competenza in materia di agricoltura c’è l’ha tutta, essendo l’interfaccia diretta della Regione, peserà in quest’autunno drammaticamente e impatterà in una crisi senza precedenti che avrà seri rischi di tenuta sociale. Stiamo passando celermente dalla sopravvivenza alla fame diffusa.

Gioia Tauro 26.09.2012

Segreteria Cgil Piana di Gioia Tauro

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