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Calabria: emigrare o restare? Analisi e soluzioni al convegno dei Lions alla Pinacoteca di Palmi

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In “Quando fu il giorno della Calabria”, Leonida Repaci prospettava per la nostra regione una felicità raggiunta con più sudore, ma stando allo scenario attuale di giovani in partenza verso un futuro migliore, Dio riuscirà – come nel racconto – a scaraventare il “male” dell’emigrazione negli abissi del cielo? Il convegno “Mezzogiorno e Mediterraneo tra bisogno di emigrare e voglia di restare” organizzato dal Lions Club Sezione di Palmi proprio tra i dipinti appartenuti allo scrittore palmese della Pinacoteca sita alla Casa della Cultura “Leonida Repaci” di Palmi, ha provato, ospitando tre relatori d’eccezione, ad «affrontare il problema della desertificazione giovanile non solo analizzandone le cause, ma avendo un approccio pro attivo indicando delle soluzioni per risolvere e far emergere quella voglia di restare rispetto al bisogno di emigrare», ha dichiarato  in apertura il presidente dei Lions, Antonello Posterino.

L’incontro, organizzatoin collaborazione con Eurispes ed Entopan ha visto la presenza dei rappresentanti di tutti i Club Service palmesi.

Quasi un climax tra realismo e speranza le relazioni, aperte dal primo oratore, Alberto Baldazzi di Eurispes, il principale istituto di ricerca di studi politici, economici e sociali. Non si è limitato a snocciolare dati prodotti dal monitoraggio che “Rapporto Italia” di Eurispes compie confrontando il nostro Paese con quelli esteri; il giornalista, saggista e editore ha preferito dare una cruda analisi della realtà dei fatti: «I vettori di forza (o di debolezza) del nostro Paese sono inequivocabilmente inesistenti. Cioè non esistono vettori di forza che fanno presagire una evoluzione non soltanto in Calabria, ma nell’intera area occidentale. Il Sud Italia non è entrato nei flussi di modernità e contemporaneità. Noi oggi apparteniamo a un’area di crisi che comprende l’intero occidente, i cui abitanti costituivano il 24-26 % della popolazione mondiale, oggi il 7 -8 %. Sono emigrate 32 milioni di persone in 100 anni. Per questa regressione geometrica abbiamo un tasso di natalità dell’1,14%; senza una fortissima immigrazione saremo 10 mln in meno di oggi. Noi non possiamo immaginare che il mondo si fermi, che si chiudano con le saracinesche i nostri ingressi. Io penso che fra cinquant’anni avremo in Calabria una maggioranza di persone che migrando sono venute da altre aree del mondo, come è sempre successo nella storia dell’umanità. Baldazzi “mina” poi alcune certezze dei presenti ponendo quesiti come:“Ma emigrare, è solo una sconfitta? Il napoletano può portare la sua napoletanità a Milano? Aver costruito il Sud America per gli italiani è una sconfitta o una vittoria? E rispetto a quale paradigma? E chi ci dice che emigrare sia un male?», conclude amletico Baldazzi.

«Si è persa la speranza che i nostri figli possano avere una vita migliore» risponde il secondo relatore, Saverio Mecca, coordinatore delle politiche nazionali del CNEL e professore ordinario di produzione edilizia all’Unifi. E propria intrisa di speranza è la sua ultima fatica, il rapporto curato per conto del CNEL «Per un’Italia che cresca – diversità, prossimità e generatività dei territori fra transizioni e diseguaglianze», che ha avuto la sua prima uscita ufficiale proprio nel convegno di Palmi. Il professore, membro del comitato scientifico internazionale per la conservazione del patrimonio architettonico terrestre e coordinatore del primo seminario internazionale sullo sviluppo sostenibile delle piccole e medie città del Mediterraneo, ha riflettuto sulla necessità di ridimensionare gli spazi vitali, poiché «La città è un’artificiosità eccessiva, un elemento insostenibile”, perciò è necessario virare verso le aree interne e doppiamente interne del Sud. “Secondo Copernicus il Mediterraneo è stato soggetto a un forte aumento di temperatura. E poi le transizioni, come quella ecologica, quella energetica, quella demografica. Esse ci spingono a cambiare modo di pensare, guardando globalmente i problemi. Il cambiamento più devastante è sicuramente quello della digitalizzazione. Secondo un sondaggio, un terzo degli intervistati si sposterebbe dalla città verso un contesto più naturale per avere una gestione migliore del proprio tempo e un migliore stile di vita». Perciò Mecca prospetta un “ritorno al bosco”, che già ora costituisce il 50% del territorio nazionale, creando delle green communities e stringendo dei «patti territorialitra tutti i soggetti pubblici e privati lavorando le risorse economiche delle loro aree interne, grazie alle quali “si può lavorare per i prossimi decenni ed avere la forza di guardare lontano».

Ed a mirare a un orizzonte che sembrava lontano e che sembra una realtà sempre più tangibile, è l’imprenditore calabrese Francesco Cicione presidente di Entopan Smart Networks & Strategies, il quale, grazie alla sua mentalità possibilista è riuscito a promuovere l’ Harmonic Innovation Group Benefit Holding S.p.a. con lo sviluppo dell’Harmonic Innovation Hub, un esteso campus per l’innovazione del Sud Italia su imitazione di quelli internazionali, che sorgerà in Calabria, una piattaforma totale per l’innovazione in grado di accompagnare imprese, territori e pubbliche amministrazioni nella transizione digitale, ambientale e socio – economica, mediante il coinvolgimento dei più importanti player, centri di ricerca, startup e fondi di investimento per l’affermazione di percorsi concreti e virtuosi di crescita sostenibile. L’apertura del campus è prevista per il 2024, entro il 2027 è calendarizzata l’apertura di numerosi spoke in Italia e all’Estero.  «Il nostro cammino è di lungo termine, di 50 – 60 anni, con l’approccio di lasciare qualcosa agli altri”, sostiene Cicione: Come possiamo noi creare valore pubblico? Si riparta dalle comunità, piccole comunità locali. “Venite in Calabria nel cuore della Magna Grecia, perché qui saprete costruire un nuovo paradigma di futuro sostenibile».

«In poche ore, in linea con le variazioni climatiche, siamo passati dai tuoni e fulmini del dottor Baldazzi, al sereno variabile del dott. Mecca al sole nascente del dott. Cicione», ha affermato in conclusione il presidente della XI circoscrizione Lions Clubs Giuseppe Ventra, augurandosi che alla Calabria non sfuggano intanto le occasioni di investire fondi europei. Noi non sappiamo se “Il giorno della Calabria” verrà mai: Posterino sostiene che «la gratificazione a realizzarsi in questa terra dove sono le nostre radici, i nostri affetti, vale assolutamente la pena dello sforzo». Ma in un mondo dove gli individui scelgono consapevolmente di spostarsi, chi lo ha detto che emigrare sia un male?

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