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Autonomia differenziata, Versace a Polistena: «Bisogna scendere in piazza, abbiamo già atteso troppo»

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Il sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, ha preso parte al convegno “Autonomia differenziata: fermare la secessione dei ricchi è dovere civile”, organizzato dall’amministrazione comunale di Polistena. Fra i relatori erano presenti, oltre al sindaco del paese pianigiano, Michele Tripodi, anche i sindaci di Catanzaro e Crotone, Nicola Fiorita ed Enzo Voce, la consigliera regionale Amalia Bruni, i professori dell’Unical Silvio Gambino e Walter Nocito, il professore emerito dell’Università “Federico II” di Napoli, Massimo Villone, la professoressa dell’Università di Catanzaro Monica Nardi ed il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato.

«Bisogna scendere in piazza. Abbiamo già aspettato troppo. E’ il caso di alzare la voce perché siamo veramente stanchi di fare i bravi ragazzi». Questo l’appello lanciato dal sindaco metropolitano facente funzioni Versace per «fermare una secessione dei ricchi che, di fatto, è già in atto». «Per le Olimpiadi di Cortina – ha detto – i territori del Nord hanno chiesto le anticipazioni sulle risorse e non aspetteranno l’approvazione del “ddl Calderoli” per ottenere maggiori finanziamenti. Quei fondi sono già stati assegnati».

«Ci sono deputati, senatori, consiglieri regionali – ha incalzato – che devono decidere sull’autonomia differenziata perché sono stati mandati lì per questo. I parlamentari calabresi sono pagati per stare a Roma e, magari, sarebbero pure remunerati per fare una domanda, almeno ogni tanto, per dire che “c’è anche il Sud”. Questo lassismo porta all’avanzata spedita del disegno di legge». Ma, per Versace, «non sono certo temi nuovi. Paghiamo a caro prezzo l’inconcludenza della classe dirigente degli ultimi 20 anni».

«Un anno e mezzo fa – ha ricordato – abbiamo denunciato come l’alta velocità e l’alta capacità non sarebbero mai arrivate nei nostri territori e, nel frattempo, il Governatore Roberto Occhiuto provava a tranquillizzarci sostenendo il contrario. Adesso, ci dicono che l’Alta velocità e l’Alta capacità arriveranno solo se sarà fatto il Ponte sullo Stretto. In Consiglio regionale, qualcuno può interrogare Occhiuto su queste cose? Io lo sto facendo, ma nessuno risponde dalla Cittadella».

Il sindaco metropolitano facente funzioni si è rivolto al Governatore Occhiuto anche per chiedere che la Regione «si adegui alla legge e trasferisca le funzioni di competenza della Città Metropolitana». «E’ dal 2015 che aspettiamo», ha detto annunciando che «adesso andremo per le vie legali». «Nessuno – ha aggiunto – in Consiglio regionale, alza la mano per dire che c’è una Città Metropolitana prevista dalla Costituzione».

«Mi sorprendono – ha affermato ancora – le ultime dichiarazioni di Occhiuto quando sostiene che non sosterrà il “ddl Calderoli” fin quando non verranno trasferiti al Sud 80 miliardi. Sembrano dichiarazioni di chi ha votato contro questo progetto scellerato, facendo finta di non averlo approvato in conferenza Stato-Regioni. Ma di cosa stiamo parlando?».

«Qualcuno – ha continuato il sindaco metropolitano facente funzioni – ci dice che non sappiamo spendere le risorse. Non mi sembra proprio. Siamo la seconda Città Metropolitana ad aver ricevuto l’approvazione del Ministero per un quadro di finanziamenti da 118 milioni. Per la prima volta, abbiamo sperimentato, con successo, l’unione dei Comuni che si sono messi assieme facendo di quell’esperienza virtù. Oggi dobbiamo sentire Occhiuto, ancora una volta, che invita a “fare di meno per recuperare il passato”. Ribadisco: ma di cosa stiamo parlando?».

«Siamo a Polistena – ha concluso Carmelo Versace – dove il sindaco si è dovuto barricare per mantenere un presidio ospedaliero minimo ed elemosinare qualche medico, provando a garantire qualche piccolo servizio senza nemmeno poter contare su un’ambulanza di prossimità. Questa è la Regione che stiamo vivendo, quella che, dopo i sacrifici dei Comuni sulla gestione dei rifiuti per risanare il buco e rimettere in campo gli impianti vetusti ricevuti, si sentono dire “non abbiamo più bisogno di voi e ce la riprendiamo”. Lo stesso discorso vale per l’idrico. Ma non è questa un’autonomia differenziata? Stiamo aspettando anche troppo per scendere in piazza».

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