PALMI – Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Palmi hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal Fulvio Accurso, G.I.P. del Tribunale di Palmi, Giuseppe Alvaro, classe 1943, pluripregiudicato, ritenuto esponente di spicco della cosca Alvaro di Sinopoli; al momento dell’arresto, egli era ancora recluso presso la propria abitazione di Sinopoli, in regime di arresti domiciliari, in conseguenza di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Palmi, per reati in materia di armi.
L’arresto di Giuseppe Alvaro deriva da una complessa attività investigativa, condotta dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria di Palmi, sotto la costante direzione investigativa della Procura della Repubblica di Palmi, diretta dal Procuratore Capo Giuseppe Creazzo, che ha inteso avvalersi della qualificata collaborazione del Sostituto Procuratore Salvatore Dolce; l’attività investigativa ha consentito di accertare che l’arrestato, durante il periodo in cui era ristretto in regime di arresti domiciliari, ha costituito fittiziamente un’azienda agricola (di fatto inesistente), figurativamente ubicata su terreni di proprietà del Comune di Cosoleto (che nei documenti della presunta azienda figuravano come affittati) al fine di assumere falsi braccianti agricoli e percepire fraudolentemente indebite erogazioni previdenziali dall’INPS. Il solo danno economico derivante dalle indebite erogazioni ammonta a circa duecentocinquantamila euro tra il 2009 ed il 2012 per percezioni erogate in favore di ben 49 fittizi braccianti agricoli, che rispondono dei reati contestati all’Alvaro in concorso.
L’excursus criminale di Giuseppe Alvaro ha inizio nel 1959, e prosegue senza soluzione di continuità fino alla data odierna, annoverando reati in materia di armi clandestine, rapina, estorsione, sequestro di persona ed associazione per delinquere di tipo mafioso: tale ultimo reato, pur già contestato all’Alvaro fin dal 1983, assume ulteriore valenza nel 1999, quando l’Alvaro viene arrestato nel corso dell’operazione “Prima” effettuata dai Carabinieri del Reparto Operativo di Reggio Calabria, ed in conseguenza della stessa egli viene condannato dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria alla reclusione per anni 12, scontati in regime di “41 bis”, in quanto ritenuto caposocietà della “locale” di ‘ndrangheta di Sinopoli; a corollario della notevole sequenza di reati commessi, Giuseppe Alvaro è stato più volte destinatario di misure di prevenzione personali e patrimoniali, tanto che attualmente egli risulta spogliato dei suoi beni immobili, confiscati perché illecitamente acquisiti. Ultimate le operazioni di rito, l’arrestato è stato condotto presso la casa circondariale di Palmi, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria mandante.