VARESE – Si nascondeva in un casolare di fortuna a Inveruno, a due passi dalla casa nella quale è nato e vissuto per anni. Alle tre di questa notte la latitanza di Domenico Cutrì è terminata, dopo sei giorni di serrate ricerche da parte delle forze dell’ordine.
L’hanno trovato i carabinieri del Gis, che hanno fatto irruzione nel casolare, dove Cutrì stava dormendo con accanto una pistola con un colpo in canna. Non ha neanche fatto in tempo a prenderla, che già era braccato. Con lui i militari hanno trovato in casa Luca Greco, pregiudicato 35enne che lunedì pomeriggio ha preso parte alla spedizione per liberare Domenico Cutrì.
L’ergastolano, la cui famiglia vanta origini melicucchesi, era riuscito ad evade lunedì pomeriggio durante un conflitto a fuoco apertosi dinanzi al Tribunale di Gallarate, dove un commando armato è entrato in azione proprio per liberarlo. Nella sparatoria tra i membri del commando e la polizia penitenziaria, è rimasto ferito il fratello di Domenico Cutrì, Antonino, che è morto poco dopo.
Nella settimana i carabinieri avevano fermato quattro persone tra Milano e Napoli, sospettate di essere parte del commando armato; successivamente è finito in manette anche il fratello di Domenico, Danilo, ed in fine anche la fidanzata dell’altro fratello morto, Carlotta Di Lauro, accusata di aver fornito il supporto logistico a Cutrì.