Questa mattina all’alba i carabinieri hanno rintracciato e arrestato in contrada Petrulli a Sant’Eufemia d’Aspromonte Pietro Raso, pregiudicato di Rosarno, considerato dagli inquirenti un esponente di rilievo della cosca “Cacciola-Grasso”.
Era latitante dallo scorso 9 luglio quando è sfuggito alla cattura nell’ambito dell’operazione Ares.
Raso era destinatario di un fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri per i reati di associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico internazionale di droga oltre a porto e detenzioni di armi comuni e da guerra.
Le indagini dei carabinieri di Gioia Tauro, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Gaetano Calogero Paci e del sostituto procuratore Adriana Sciglio, hanno permesso di accertare come il 29enne avesse assunto un ruolo centrale nelle dinamiche della cosca.
Le ricerche avviate subito dopo l’operazione hanno permesso di individuare una dépendance di pertinenza di una struttura ricettiva in contrada Petrulli di Sant’Eufemia d’Aspromonte, quale possibile rifugio del latitante.
I servizi di osservazione del sito hanno consentito ai carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro e dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” di effettuare un intervento congiunto nelle prime ore della mattina del 2 novembre, sorprendendo Pietro Pietro insieme alla propria moglie e alla figlia di pochi anni di età.
L’uomo non ha opposto resistenza. Nel rifugio sono stati rinvenuti numerosi viveri necessari per la prosecuzione dello stato di irreperibilità. Raso è stato portato nella casa circondariale di Reggio Calabria-San Pietro.