Dopo la trasferta dello scorso fine settimana, nel carcere di San Giuliano Milanese, dove è stata sentita la testimone di giustizia Rosa Ferraro, cugina di Angela Ferraro, moglie di Salvatore Pesce, è stata la volta oggi di Marco Ferraro, il fratello invalido di Rosa, rimasto sordo in seguito ad un incidente stradale, avvenuto quando era piccolo.
L’uomo, interrogato dai Pubblici ministeri Alessandra Cerreti e Giulia Pantano, non ha reso una deposizione lineare e chiara, tanto che la Pubblica accusa sostiene che, vivendo da sei anni in casa con il padre, sia stato indotto a dire il falso in aula.
Tre le versioni cambiate nel giro di pochi minuti, in merito alla denuncia presentata il 2 giugno 2006 alla Guardia di Finanza di Gioia Tauro, nella quale aveva riferito di aver preso parte alla ormai nota riunione di famiglia, nella quale si stavano decidendo le sorti della sorella: il padre dei fratelli Ferraro, insieme agli zii, stavano infatti progettando l’uccisione della donna, in seguito alla decisione di collaborare con la Guardia di Finanza.
Marco Ferraro, ha inizialmente negato di essere stato in caserma, poi ha detto di essere stato per accompagnare la sorella, ma che era rimasto fuori. Infine, ha ammesso di essere entrato.
Ha poi negato che la firma sul verbale di denuncia redatto dal Maresciallo della Guardia di Finanza fosse la sua.
«Non sacciu nenti, iddha è paccia», ha ripetuto Marco Ferraro entrando in aula, ancora prima che il Pm iniziassero l’interrogatorio. Da qui la supposizione avanzata dai Pubblici ministeri Cerreti e Pantano, che l’uomo sarebbe stato indotto a mentire, con ogni probabilità dal padre, con cui vive.
I due sostituti hanno chiesto al Tribunale l’acquisizione delle dichiarazioni rese da Marco Ferraro, ma hanno trovato l’opposizione ferma delle difese; la Corte si riserva di decidere entro il 16 dicembre, data in cui è stata fissata la prossima udienza del processo.
A seguire e’ stata la volta di un funzionario della Polizia di Stato in servizio al commissariato di Palmi all’epoca delle indagini, che ha effettuato i riscontri alle dichiarazioni di Rosa Ferraro. Il funzionario ha affermato anche che la donna consenti’ alla Polizia di trarre in arresto, nell’agosto del 2006, il latitante Michele Ascone, ritenuto dagli investigatori vicino ai Pesce, indicando l’appartamento in cui si nascondeva.
Viviana Minasi