Nuova iniziativa formativa all’Università della Calabria nell’ambito del decimo anno del progetto Pedagogia dell’Antimafia, nato il 23 maggio 2011 all’interno della vecchia Facoltà di Lettere e Filosofia e oggi attivo presso il Dipartimento di Culture, Educazione e Società diretto dal Professore Roberto Guarasci.
Si terrà domani, martedì 1° dicembre, un seminario online dedicato allo studio dei modelli meridionali di antimafia sociale con riferimento particolare alle esperienze educative dell’Officina delle Culture Gelsomina Verde di Scampia e del Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi di Polistena.
All’incontro interverranno Ciro Corona, Presidente dell’Associazione R-Esistenza Anticamorra e Don Pino Demasi, Referente di Libera per la Piana di Gioia Tauro e figura storica dell’antimafia sociale calabrese. Il webinar, introdotto da Giancarlo Costabile, inizierà alle 19:00 e sarà trasmesso dalle pagine Facebook e Youtube dell’emittente televisiva Calabria News 24.
«Don Pino Demasi e Ciro Corona – scrive Giancarlo Costabile – testimoniano, con le loro attività educative, la possibilità concreta di fare dell’antimafia sociale uno strumento poderoso per riterritorializzare il nostro Mezzogiorno. L’Officina delle Culture a Scampia e il Centro Polifunzionale Puglisi a Polistena sono incubatori da tempo di una modellistica pedagogica ispirata ai principi e ai metodi della Scuola di Barbiana fondata da don Milani. Entrambi lavorano alla costruzione di una nuova mentalità collettiva – conclude Costabile – che trova nell’educazione ai diritti e nella pratica dei doveri di cittadinanza il proprio alfabeto esistenziale. Polistena e Scampia, grazie al lavoro di Don Demasi e Ciro Corona, sono vettori di una pedagogia in situazione che ha scelto di abitare in modo critico i propri territori sottraendoli in tal modo alla rassegnazione e all’abbandono istituzionale. La loro Pedagogia del Noi costituisce l’antidoto ad ogni forma di violenza e prevaricazione, e per tale ragione deve diventare argomento di studio per gli educatori e i pedagogisti del domani».