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Meloni a Gioia Tauro per l’accordo di coesione

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Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha firmato questa mattina al porto di Gioia Tauro -insieme al presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto – l’Accordo per il Fondo sviluppo e coesione 2021-2027.

Alla cerimonia era presente anche il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.

«Il decreto Sud riorganizza i fondi di coesione – ha il presidente del Consiglio prima della firma dell’accordo- I progetti sono proposti dalla regione e condivisi dal governo nazionale, e questo ha fatto un po’ arrabbiare qualcuno, ma non perché vogliamo limitare l’autonomia di un singolo territorio ma perché vanno inseriti in una strategia. Per troppo tempo ci siamo mossi come monadi ma se non mettiamo in rete” progetti e investimenti “non ricostruiremo mai la strategia di cui il paese ha bisogno».

«I fondi di sviluppo e coesione – ha aggiunto Meloni – sono i fondi principali per combattere i divari tra i territori, tra Nord e Sud, Est e Ovest, anche all’interno dei territori. Quando siamo arrivati al governo, ci siamo resi conto che queste risorse in molti casi non si spendevano nella totalità o con enormi ritardi. Non so se una nazione come la nostra può permettersi di non fare arrivare sul territorio fino all’ultimo centesimo che ha a disposizione».

E ancora: «I fondi di Sviluppo e coesione per la Calabria valgono 2 miliardi 860 milioni e se a questi aggiungiamo altri fondi messi a disposizione arriviamo qui con un investimento complessivo di 3 miliardi di euro, per finanziare 317 progetti per il territorio, concentrati su poche priorità».

il presidente del Consiglio è poi intervenuta sul porto di Gioia Tauro: «Il porto di Gioia Tauro è un gioiello, il primo porto italiano e il nono europeo per traffico merci. Noi però siamo una piattaforma in mezzo al Mediterraneo, quel mare che è il punto di contatto tra l’Indopacifico e l’Atlantico. Noi siamo in mezzo, con un porto che sta nella punta di questa piattaforma. E allora il nono posto in Europa non è l’obiettivo massimo a cui possiamo ambire. Molti passano da Rotterdam e Amsterdam banalmente perché non abbiamo le infrastrutture».

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