HomeCulturaPalmi, grande partecipazione per la mostra fotografica “Gli Angeli di Don Antonio”

Palmi, grande partecipazione per la mostra fotografica “Gli Angeli di Don Antonio”

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Calorosa partecipazione per “Gli Angeli di Don Antonio”, la mostra fotografica inaugurata alla Pinacoteca della Casa della Cultura “Leonida Repaci” di Palmi giovedì 14 dicembre 2023 organizzata dalla dott.ssa Enza Zappone, con la collaborazione della Fondazione Riccardo Misasi – Ereditare la Terra, presieduta da Maurizio Misasi, del Comune di Palmi – Assessorato alla Cultura, di Calabria Condivisa, del Museo Diocesano Oppido – Palmi, che attraverso 25 scatti ai pastori di Don Antonio Rotondo e Giuseppe Pesa, i cui originali sono custoditi presso il Museo Etnografico “Raffaele Corso” della Casa della Cultura, vuole valorizzare la particolarità espressiva delle statuine, definite da Maurizio Misasi “tesori nascosti”.

Il percorso fotografico, arricchito di una capanna in puro legno costruita da Rocco Cadile, alcuni pastori originali e rari volumi sul tema, è stato reso possibile anche grazie al prezioso contributo del dott. Pietro Criaco e dei volontari culturali e ragazzi del servizio civile della Casa della Cultura. La mostra sarà visitabile per tutto il periodo natalizio.

Il progetto avrà durata di un anno, ed è stato scelto il 2023 dalla Fondazione Misasi proprio per ricordare gli 800 anni dalla prima Natività costruita a Greccio da San Francesco D’Assisi, nel 1223. La magia intorno a questi tesori di terracotta continuerà a prendere vita giovedì 21 dicembre alle 18:30, alla Casa della Cultura “Leonida Repaci”, dove si esibirà, con ingresso libero, in un Concerto di Natale il Coro Polifonico Santissima Annunziata diretto da Domenica Verduci; si tratta della formazione coristica più antica della Calabria, che eseguirà brani dello stesso Don Antonio Rotondo, di Adam Saint Saens, Dawson, Dawson, Rutter, Williams, e altri della tradizione natalizia. 

L’archeologa Enza Zappone, promotrice dell’evento, ha voluto «ringraziare tutto lo staff della Casa della Cultura, perché i volontari e responsabili della struttura ci hanno aiutato tantissimo; un ringraziamento particolare a Rocco Cadile che ci ha aiutato a costruire la capanna: questo a dimostrazione che quando si collabora insieme, le cose vengono bene. Noi vogliamo far conoscere ai cittadini di questo territorio i tesori del Museo Etnografico e di tutta la Casa della Cultura: è importante che i musei dialoghino col territorio»

Presenti per il Comune di Palmi il Sindaco di Palmi Giuseppe Ranuccio e il vicesindaco Solidea Schipilliti a dimostrare il sostegno dell’Amministrazione al progetto: «Questa iniziativa mette insieme tanti temi che sono identitari, tradizionali, storici. I valori cristiani per chi ci crede, se aggiungiamo poi il valore artistico dei pastori, e se pensiamo alla figura di San Francesco ci invita a pensare a tanti temi su cui dovremmo riflettere. Il progetto durerà un anno, che chiuderà questo primo ciclo, ma io rilancio l’invito ad altre realtà per poter fare rete tra accademici e associazioni, e magari creare una nuova sezione appositamente dedicata. La nostra disponibilità c’è tutta», ha dichiarato Ranuccio.  

Come anticipato dal Sindaco, il progetto si concluderà sia con un’esposizione finale. Sarà un «confronto delle diversità», per usare le parole di Maurizio Misasi, sia con le statuine presenti, sia con quelle del maestro Enzo Spina, presepisti di Cosenza e altri di Palmi, e si spera qualcuno da fuori regione. 

«Ereditare la terra è importante, mio padre che ne è stato fondatore amava la Beatitudine “i miti erediteranno la terra” perché riteneva l’approccio alla mitezza come altamente felicitante. Per questo come fine ultimo abbiamo la visione di riconoscere in ogni luogo un centro della terra, dove il particulare è la sommatoria ad altri particulari: questo centro oggi è Palmi», afferma Misasi, che esalta il presepe di Don Antonio: «Mi permetto di dire che non avevo mai visto il presepe raccontato come lo fa Don Antonio Rotondo, personalità eclettica, già da come componeva il presepe, che si differenziava da quello napoletano perché ha compiuto una narrazione di antropologia teologica, raccontando l’uomo attraverso la voce di Dio e sottolineando l’evento rivoluzionario dell’arrivo del Natale sotto l’aspetto umano. Inoltre ha anticipato, coi suoi pastori, il dialogo interreligioso rappresentando esponenti di altre religioni; e ha voluto preparare alla pace del Natale evidenziando la lotta tra bene e il male, allo scopo di invitare i fedeli a vegliare».

Presenti all’inaugurazione anche il mastro presepista Enzo Spina, che ha portato in dono dei pastori realizzati dal padre, la discendente di Don Antonio Rotondo, Marilù Andreotti musicista come il suo antentato; esposto e donato alla Fondazione Misasi anche un suggestivo quadro dell’artista Giulia Garofalo, di Fiumefreddo Bruzio (CZ), città di Don Antonio.

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