I libri come finestra sul mondo e come manuale di orientamento. L’ITIS “M. M. Milano” di Polistena fa sul serio quando si deve trasformare la materia informe dei sogni in realtà di tutti i giorni da plasmare.
Nella scuola polistenese è stato ospite Erminio Amelio, magistrato di lungo corso che ha una spiccata passione per la letteratura, tanto da aver già dato alle stampe alcuni volumi. Alla platea della scuola superiore è stato presentato “La forza dei sogni”, un romanzo incentrato sulla vita di una famiglia che deve fare i conti con un dramma inesauribile della società meridionale: l’emigrazione.
C’è tanta Calabria in questa storia, molta nostalgia ed empatia nei confronti di chi è spesso costretto ad emigrare come unica possibilità per vivere con dignità. La presentazione del libro è avvenuta nella cornice dei “Caffè letterari” dell’ITIS, progettati dal Dipartimento di Lettere, con il supporto tecnico del Dipartimento di Grafica. Un esperimento difeso dalla dirigente scolastica Simona Prochilo che ha spiegato «quanto la nostra scuola voglia incentivare la lettura, perché i libri rendono liberi, favoriscono la possibilità di vivere tante vite».
Il programma dei Caffè Letterari nasce in collaborazione con l’associazione culturale “Girolamo Marafioti” di Polistena, il cui presidente, Piero Cullari, ha ribadito «la volontà di dare spazi agli autori calabresi, che hanno ben scolpito dentro tutto ciò che la nostra terra offre, le storie che sa narrare. Si tratta di scrittori che noi sostentiamo anche perché rilanciano la nostra identità in giro per il Paese».
Il giudice Amelio si è sottoposto a una serie di domande, ed ha ascoltato analisi e recensioni, a cura dei ragazzi dell’ITIS. Ne è nato un dibattito autentico, partecipato, moderato dal docente Domenico Mammola, che ha messo al centro i temi dell’emigrazione, della cultura, della formazione civile dei giovani.
Sono stati anche sfiorati topic complessi come il rapporto tra giustizia e verità in Calabria oppure la via per inseguire i sogni. Amelio non si è sottratto alla batteria di curiosità degli allievi.
«Ho provato a raccontare una storia familiare, una storia che potesse rappresentare qualunque delle nostre realtà. I miei personaggi devono fare i conti con l’amara quotidianità meridionale, ma ci sono elementi ancor più complessi. Ho provato a mettere dentro anche una sorta di odissea familiare e personale che richiama l’opera immortale di Omero».
Molto partecipato il dibattito sulle migrazioni, visto come distacco ma anche opportunità.
In fase di saluto finale, Amelio non ha nascosto quanto la professione di magistrato sia complessa, ma ha ringraziato in maniera particolare gli insegnanti per «il lavoro fondamentale che svolgono con i ragazzi e sui territori», infine ha raccomandato agli studenti di «leggere libri e, se si coltiva questa passione, di provare anche a scrivere, perché la scrittura è creatività ed è anche salvezza».