Più di 50 km sospesi, scenario di spostamenti quotidiani all’interno della Piana di Gioia Tauro: erano i due tronchi delle ferrovie Calabro Lucane della Gioia Tauro – Cinquefrondi (31, 737 km in direzione Nord Est) e della Gioia Tauro – Palmi – Sinopoli (che si snodava verso Sud Est per 26, 280 km). Un viavai di persone, di vita e rotaie che tacciono dal lontano 2011. Il 29 maggio le voci di chi per più di 50 anni ha contribuito a dare vita e fare “rumore” tra quelle linee ora dismesse, sono tornate per un giorno a farsi sentire.
Presso il piazzale della stazione delle ex ferrovie calabro lucane di Gioia Tauro, i macchinisti, meccanici, capitreno, sono stati insigniti di pergamene celebrative per il loro instancabile lavoro al servizio dei passeggeri. Un lavoro svolto sulle storiche automotrici Breda M2 200, ad oggi dismesse anche sull’unica linea aperta di Ferrovie della Calabria, la Cosenza-Catanzaro, dal 31 marzo di quest’anno. «Un riconoscimento a uomini che, hanno garantito con dedizione e impegno all’intera collettività un collegamento affidabile e la piena funzionalità dei rotabili», viene dichiarato dal Comitato Pro Taurensi, l’Associazione presieduta da Domenico De Luca che da anni lotta per il ripristino di questa doppia tratta ferroviaria, che potrebbe portare vantaggi logistici e anche nel settore turistico e di tutela del territorio.
Il Comitato ha condiviso l’iniziativa con i promotori dell’evento: gli appassionati Andrea Trapasso e Giovanni Petronio, ed ha visto la partecipazione di circa cinquanta ferrovieri, molti dei quali in pensione, che con grande emozione sono stati premiati con l’attestato dal Sindaco di Gioia Tauro Aldo Alessio.
Commozione per le fatiche quotidiane, voci di arrivi e partenze nella memoria: le Taurensi non sono però solo ricordo, ma anche opportunità di dibattito. Perché da quei 50 km sospesi, potrebbe partire un progetto dove includere un nuovo modo di intendere il progresso nella Piana, dove i progetti di costruzione della linea ad alta velocità Salerno/Reggio C.; il nuovo ospedale della Piana a Palmi, la realizzazione della Zes e la cantierizzazione del Ponte sullo Stretto non corrono su binari paralleli ma sono collegati verso una medesima destinazione.
Una cosa è certa: il Comitato Pro Taurensi non smetterà di dare voce a quelle rotaie silenziose, che per troppo tempo stanno attendendo di ridare vita all’economia -e non solo- della Piana.