Gianfranco Scaramozzino, Francesco Pisano e Michele Tripodi

È finita con un’archiviazione disposta dal Gip di Palmi, e recentemente notificata alle parti interessate, la surreale disputa giudiziaria che ha visti contrapposti Gianfranco Scaramozzino e Francesco Pisano – rispettivamente consigliere capogruppo e presidente della formazione politica Polistena Futura – citati in giudizio dal sindaco Michele Tripodi per diffamazione, atti persecutori, stalking e violazione della privacy nelle more dell’attività politica condotta dallo stesso gruppo politico di minoranza e che grande scalpore aveva suscitato per la dura presa di posizione, in chiave giudiziaria, del sindaco sfociata in una denuncia oggetto, dapprima, di richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero alla quale, però, aveva fatto seguito l’opposizione del proponente prendendo così la successiva via del dibattimento. Un epilogo su cui i due esponenti di Polistena Futura hanno gioito parlando di “vittoria della democrazia” per poi passare al contrattacco politico criticando sonoramente l’operato del primo cittadino che lamentava, nelle sue tesi d’accusa, un travalicamento “della dialettica politica” sfociata “in una ingiusta lesione della propria immagine, del ruolo ricoperto e una costante e ingiusta delegittimazione dell’operato politico e amministrativo”. Tuttavia, non dello stesso avviso è stato il giudice che, nel provvedimento di archiviazione, ha ricondotto, invece, le azioni poste in essere dall’opposizione “nell’alveo della critica politica, non trasmodando mai in frasi e/o disegni denigratori della sua persona ovvero lesivi della sua reputazione”. Una vicenda che aveva animato, e molto, il dibattito politico cittadino e su cui lo stesso Tripodi aveva insistito paventando una “campagna d’odio personale” e di “danno alla democrazia” attraverso una conferenza stampa, sul finire di gennaio, dal titolo emblematico: “L’onestà non si denuncia”. Anche sul capo d’imputazione, forse più urticante, quello di stalking, il giudice ha ritenuto di polverizzare l’accusa spiegando di non potersi “ritenere che quelle lamentate – dal sindaco – siano classificabili come molestie”. Recriminazioni, tutte respinte, che hanno fatto crollare l’impianto accusatorio proposto e completamente bocciato dal magistrato in favore delle tesi difensive proposte da Pisano e Scaramozzino i quali hanno sottolineato, sotto il profilo politico, l’“ennesima figuraccia” e l’“ennesimo tentativo fallito di un sindaco che ha cercato di minare le fondamenta della democrazia” attraverso il “tentativo giudiziario di far tacere Polistena Futura”. “Per la giustizia non ho diffamato il sindaco dott. Michele Tripodi, non ho perseguitato e fatto stalking al sindaco dott. Michele Tripodi, non ho violato la privacy del sindaco dott. Michele Tripodi” è stata la presa di posizione tranchant del presidente Gianfranco Scaramozzino che assieme al capogruppo Francesco Pisano – dopo aver sardonicamente rilevato lo “stato di agitazione, distrazione perpetua e allerta psicologica con effetti negativi sulla vita personale e professionale e di amministratore” lamentata dallo stesso Tripodi in sede di denuncia – ne hanno chiesto con insistenza le dimissioni.