La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre il 25 novembre, è un segno di grande civiltà volto a sensibilizzare le comunità e i singoli su questo barbaro fenomeno, che comprende il femminicidio, ma anche ogni forma di violenza di genere, che sia fisica e psicologica.
L’Amministrazione Comunale ha voluto, come sempre, lanciare un messaggio per dire simbolicamente no alla violenza contro le donne oggi e sempre.
Nella mattinata, su iniziativa assunta dal Vice Presidente del Consiglio Comunale Francesca Ventra, la rappresentanza femminile del civico consesso ha organizzato un’iniziativa per aderire alla campagna “Posto Occupato” che si propone di mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sul fenomeno della violenza di genere.
Una panchina posta in Piazza Caduti 24 febbraio 1943 è stata scelta simbolicamente, come recita lo slogan adottato per la campagna, “come posto lasciato ‘vuoto’ per riempire le coscienze di consapevolezza: la violenza sulle donne è un problema culturale ed una responsabilità sociale, che riguarda tutti”.
A seguire, nella stessa mattinata nel Teatro comunale “Rocco Gentile”, nell’ambito del Premio Mia Martini, è stato presentato ad una folta platea di studenti degli Istituti superiori il libro “Io amo” di Sergio Fasano, che affronta questo delicato tema, ormai diventato una preoccupante piaga sociale.
All’incontro ha partecipato il Sindaco Francesco Cosentino, accompagnato dall’Assessore alla Cultura Marianna Iorfida, per testimoniare che quando si parla di violenza sulle donne va preso atto che si tratta di un problema con una radice culturale profonda e che, come tale, dovrebbe essere in primo luogo affrontato, intervenendo anche con iniziative educative e formative, a partire dai giovani e dalla scuola.
L’Amministrazione Comunale ha voluto confermare la vicinanza alle vittime di questi orrendi crimini e la volontà di non lasciare sole le tante donne che oggi sono costrette a vivere questa drammatica esperienza.
Un sostegno che non verrà mai meno, nella convinzione che, prima ancora del miglioramento del sistema di sicurezza, che va dalla denuncia alla protezione delle vittime, sia la società tutta a dover necessariamente cambiare e sia la cultura del rispetto a prevalere sempre e comunque, siano le nuove generazioni a eliminare per sempre anche il solo pensiero di poter commettere terribili reati ai danni delle donne.