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A Monasterace l’ultimo appuntamento della rassegna tra cinema e storia “Fuori Campo”

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Una giornata ricca di appuntamenti, tra il Museo e Parco Archeologico dell’Antica Kaulon – DRM Calabria e il Castello Medievale di Monasterace (RC), per continuare ad indagare il patrimonio storico-culturale calabrese attraverso l’occhio della settima arte, con un focus sulle tracce della cultura ebraica in Calabria. Si conclude così Fuori Campo, la rassegna cinematografica itinerante di Rete Cinema Calabria, che sabato 17 settembre farà tappa a Monasterace per il quinto e ultimo appuntamento della terza edizione.

L’evento di sabato, organizzato con il supporto del Comune di Monasterace, è finanziato dal MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e dalla Fondazione Calabria Film Commission attraverso l’Avviso pubblico per il sostegno alla realizzazione di festival e rassegne cinematografiche e audiovisive in Calabria 2022, ed è realizzato grazie alla collaborazione del Ministero della Cultura – Direzione regionale Musei Calabria, RAM Film Festival, Calabria Movie International Short Film Festival e le Direzioni dei Musei e Parchi coinvolti.

Un contributo importante quello offerto dalla Calabria Film Commission, che sta investendo ingenti risorse sulla valorizzazione del territorio calabrese attraverso la promozione di eventi e rassegne e il sostegno a produzioni cinematografiche nazionali e internazionali.

«Fin dalla sua prima edizione Fuori Campo si propone di mettere in relazione il cinema con il territorio – ha commentato Ivana Russo, una delle curatrici del progetto–. Questa terza edizione ha centrato pienamente l’obiettivo sia per la bellezza e l’importanza dei luoghi in cui si è svolta, sia per la qualità degli ospiti della rassegna, in ambito cinematografico e archeologico. Chiudiamo con una giornata che si soffermerà anche sulle tracce della cultura ebraica in Calabria, come omaggio per le celebrazioni della Giornata Europea della Cultura Ebraica che si terranno il giorno dopo».

L’ultima tappa di Fuori Campo 2022, dal titolo “Kaulon, la casa del Drago. Devozione e Culto”, moderato e presentato da Ernesto Orrico, si aprirà alle 16:30 al Parco Archeologico dell’Antica Kaulon con “Draghi, Delfini, Ippocampi. Il mare, il viaggio, l’altrove”, a cura di Francesco A. Cuteri, archeologo e professore di Beni Culturali Ambientali presso l’Accademia Belle Arti di Catanzaro, dove insegna anche Storia dell’Arte Medievale. È autore di circa 200 saggi su temi archeologici, minerari, d’architettura e di ceramica e di alcune guide sulla Calabria antica e medievale. Ha condotto molte ricerche in Toscana, Calabria e Grecia, in Attica. A Monasterace è stato artefice nel 2012 della scoperta di un mosaico di età ellenistica considerato al momento il più grande e articolato della Magna Grecia, ricevendo la Cittadinanza Onoraria.

Alle 17:45 appuntamento con la visita della Biblioteca Agafray, a cura dell’Associazione Agafray. Una piccola realtà nata con l’obiettivo di non disperdere il patrimonio di libri e documenti inerenti la storia della Calabria e dell’ebraismo in questa regione raccolto nel corso della sua vita da Agazio Flaiano Fraietta.

Al Castello di Monasterace, alle 18:15, verrà proiettato il video-racconto sul Parco di Kaulon di Luigi Simone Veneziano di Rete Cinema Calabria, a cui seguiranno i saluti del sindaco di Monasterace Cesare De Leo e della direttrice del Parco Simona Bruni.

Alle 18:45, in collaborazione con il Calabria Movie Short Film Festival, verrà proiettato alla presenza del regista “U figghiu” (2020), il cortometraggio di Saverio Tavano, vincitore di vari premi nazionali tra cui Corto Dorico premio Acec, miglior corto al Pop Corn Film Festival, miglior corto nazionale al Fernando di Leo Film Festival miglior corto Calabria al Calabria Movie e allo Stretto Film Festival. Tavano è inoltre sceneggiatore e regista nel docufilm “Donne di Calabria, Giuditta Levato” Prodotto da RAI STORIA, Anele e Calabria Film Commission.

Il corto è ambientato nel giorno di Pasqua, in un piccolo paese del Sud Italia dove viene rubata la corona di spine dalla statua di Cristo. È stato Saro (Francesco Gallelli), il figlio schizofrenico di Nino e Concetta – rispettivamente interpretati da due grandi attori, Fabrizio Ferracane e Anna Maria De Luca –, convinto di essere la reincarnazione divina. Il gioco tra realtà e follia, tra quotidianità e ritualità, si intreccia nel rapporto familiare dei tre protagonisti.

A seguire, ci sarà la lectio “La Calabria ebraica. Appunti sulle testimonianze archeologiche”, a cura di Francesco A. Cuteri, mentre alle 19:45 verrà proiettato il documentario di Elliot Maintigneux “Archeologia del giudaismo”, a cura del RAM Film Festival di Rovereto.

La terza edizione si chiuderà con uno dei lavori più belli ed emozionanti proposti nella passata stagione cinematografica: “Ennio”, il documentario biografico di Giuseppe Tornatore, incentrato sulla figura del grande maestro Ennio Morricone, il compositore italiano, scomparso il 6 luglio 2020. Un film documentario che racconta un’eccellenza italiana, onorato nel 2007 dall’Academy con un Oscar alla carriera. Un racconto intimo e forse inaspettato di Morricone, che si svela allo sguardo della camera di Tornatore, con il quale ha avuto intense collaborazioni e un rapporto consolidato di amicizia. Un ritratto di un grande Maestro e al tempo stesso uno spaccato sul cinema e la cultura musicale attraverso il racconto dei grandi registi e musicisti del nostro secolo.

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