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Si è aperto il Giubileo Eliano: cattolici ed ortodossi uniti in un lungo “abbraccio”

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Un giubileo per unire.

Un’occasione da non perdere per Calabria e Sicilia, Palmi ed Enna, esponenti di Chiesa Cattolica e Ortodossa per stringersi in un lungo “abbraccio” che durerà un anno.

Il 17 agosto il Vescovo di Piazza Armerina, S.E. Mons. Rosario Gisana ha aperto il Giubileo Eliano dai 1200 anni dalla nascita di Sant’Elia di Enna, e che si concluderà nel 2023. A partecipare all’apertura della “Porta Santa” alla Chiesa del Carmine di Enna dove si trova il simulacro di Sant’Elia – e come prima Diocesi – anche quella di Oppido-Palmi presieduta dal Vescovo Monsignor Francesco Milito (che non ha potuto essere disponibile); presente il vicario per la zona di Palmi nonché parroco della “Santa Famiglia” di Palmi Don Giuseppe Sofrà, accompagnato da Don Vincenzo Condello.

La Parrocchia Santa Famiglia si occupa ogni anno di far celebrare messa nel giorno della festa, il 17 agosto, alla chiesetta di Sant’Elia, sul monte oggi che porta il suo nome e che un tempo si chiamava Aulinas: su quel monte il monaco ennese, fondò nell’884 d.C il monastero imperiale delle Saline portando il monachesimo in tutta la Piana di Gioia Tauro, all’epoca conosciuta come Valle delle Saline.

Nonostante varie traversie portarono il santo a peregrinare altrove, egli espresse in vita il desiderio di essere seppellito sull’Aulinas. È quindi Palmi che ha accolto le spoglie di Elia Juniore, morto a Tessalonica il 17 agosto del 903, ed è anche da Palmi che si è irradiato il suo movimento monastico. Tradizionalmente però, il popolo di Palmi festeggia, per un caso di omonimia, Sant’Elia profeta a luglio, disconoscendo la storia del santo di Enna, che è invece realmente vissuto a Palmi.

Lo scopo del giubileo è diffondere la conoscenza e il culto di Sant’Elia, e creare nel tempo una forma di gemellaggio  sia civile che religioso attorno alla sua figura”, ha affermato Don Sofrà, il quale ha accolto negli anni il nuovo fermento religioso proveniente dalla Sicilia, mosso dai pregevoli approfondimenti storici dello studioso Francesco Gatto: è dello scorso anno ad esempio, il pellegrinaggio che ha portato numerosi fedeli della Santa Famiglia di Palmi ad Enna, sempre il 17 agosto.

Oltre alla rappresentanza palmese, presenti all’apertura giubilare anche il vice Sindaco di Enna Francesco Comito, il Colonnello Comandante dei Carabinieri di Enna Angelo Franchi, vice questore dott. Giuseppe Anzalone e il vice comandante dei Vigili del fuoco Spitaleri. Ad omaggiare il monaco taumaturgo anche Padre Ivan Tymchyshyn e padre Michele Santagati della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli: queste presenze dimostrano come la fama di Elia, la sua capacità di conversione nei confronti dei musulmani, i prodigi e il suo spirito votato al dialogo tra professioni diverse, lo portarono ad essere venerato anche dagli ortodossi.

Un santo che ha dovuto cambiare i luoghi in cui viveva varie volte. E persino il nome. Giovanni Rachites, nato a Enna, fu imprigionato da ragazzo dopo aver visto la sua città caduta per mano saracena, fu venduto come schiavo in Africa ma riuscì a liberarsi. Quell’esperienza gli segnò la vita, che dedicò da quel momento al Vangelo, e, recatosi in Palestina, divenne frate Elia, su esempio del profeta da cui fu sempre ammirato. Si mosse verso l’Egitto, Persia, Antiochia  Tornò in Sicilia dove conobbe il suo discepolo Daniele, che lo seguì in Calabria e nell’istituzione del cenobio sopracitato. Fu inoltre a Santa Cristina e Pentedattilo, oltre che in Grecia. In un viaggio verso Costantinopoli, Elia si ammalò e morì a Tessalonica (Salonicco).

Il suo corpo fu trasportato fino al porto di Taureana per essere poi seppellito sul monte che egli amava. Un monte che protegge una comunità pronta ad abbracciare e conoscere Enna, in un sodalizio che -si spera- sia destinato a durare ben oltre un anno di “Giubileo Eliano”.

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