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Discarica di Melicuccà, arriva la relazione dell’ISPRA. Ranuccio: «Si blocchino subito i lavori»

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Arrivano ulteriori conferme sulla pericolosità per la salute pubblica della discarica di località “La Zingara” in Melicuccà, ed è ora di pensare ad una riconversione del sito in ottica PNRR. I tecnici preposti hanno già svolto articolati e complicati studi, il nostro è ora quello di tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini, difendendo un bene primario quale è l’acqua alla luce delle evidenze scientifiche di rischio emerso.

Palmi, per quantità di utilizzo dell’acqua potabile della sorgente Vina, seguita Melicuccà e Seminara, si fa portavoce di questa necessità. Abbiamo portato avanti un lavoro silenzioso e incessante, con la conferenza dei servizi e il relativo ricorso al TAR, il ricorso al Ministero della Transizione Ecologica, l’esposto denuncia alla Procura della Repubblica e la predisposizione di un piano di monitoraggio per la tutela delle acque della Sorgente Vina a cura del Consorzio, confortano gli sforzi effettuati per la tutela della salute.

In questi giorni abbiamo ricevuto copia del Rapporto Ispra, del settembre 2021, relativo alle criticità ambientali dell’area di discarica dismessa nel Comune di Melicuccà e prime misure di prevenzione e messa in Sicurezza, una lunga relazione redatta d’intesa e con il contributo di ARPA Calabri e commissionata dal Ministero della transizione Ecologica proprio a seguito della richiesta di intervento statale presentata dal Comune di Palmi.

Per l’ennesima volta viene confermato il rischio da noi più volte sottolineato. Lo studio ha evidenziato infatti: “…come una sorgente quale quella dell’acquedotto Vina nonostante rappresenti un punto strategico di approvvigionamento di acque ad uso potabile per circa 2000 abitanti da oltre 100 anni con una portata di 80l/s ovvero 7000 mc al giorno ovvero 2,5 milioni di m3 annui non è stata mai inserita nel Piano di tutela delle acque, nonostante la sua importanza in termini di risorsa idrica per qualità e quantità”.

La disamina degli studi e dalle indagini condotte dal 2015 al 2020 ha inoltre messo in evidenza i livelli di contaminazione delle acque di falda presenti al di sotto della discarica e, in parte quelle presenti a valle della discarica all’interno del bacino arena, per cui è evidente un processo di migrazione degli inquinanti verso il quadrante orientale (lo stesso della sorgente Vina).

Come riportato dal documento, un dato certo è che “il terrazzo marino su cui si attestano le discariche costituisce una zona di ricarica del bacino” e le acque sotterranee presentano una direzione di flusso orientata verso i quadranti sub orientali che alimentano il torrente arena e la sorgente Vina.

Ad avvalorare la tesi del grave rischio per la salute vi è anche il lavoro di ricerca svolto dal CNR, reso pubblico in questi giorni, commissionato e voluto dalla Città Metropolitana con precisi obiettivi e alle cui risultanze aveva promesso di attenersi.

Due studi autorevoli e indipendenti confermano entrambi oltre all’urgenza delle operazioni di bonifica da effettuare vista l’esposizione agli agenti atmosferici degli inquinanti presenti sul sito di discarica, la presenza di un rischio a carico delle sorgenti poste a valle della discarica e in particolare della Sorgente Vina. Rischio come ribadito mai realmente valutato e forse ignorato in tutti i precedenti studi.

È ora di porre la parola fine su questa annosa vicenda, in cui due Enti hanno gravemente sottovalutato un rischio reale, rimandando l’uscita del piano di tutela delle acque. Facciamo fatica a comprendere cosa ci si aspettasse da questi studi. Forse che delle prove che l’acqua anziché scendere a valle salga a monte? O che il bacino di ricarica della sorgente Vina sia localizzato nel centro della Terra, al riparo da tutto, e non nel sito in cui insistono le due discariche?

Dobbiamo davvero aspettare il danno per intervenire? È ora che le istituzioni dimostrino di avere senso civico e rispetto per le future generazioni, che un giorno ci guarderanno. Il solo fatto che non ci saremo per percepire la presenza di quello sguardo non può oggi essere motivo per non provare vergogna.

Troviamo siti alternativi, la storia ci insegna che ciò che è all’avanguardia oggi è vetusto domani. Convertiamo l’area perché diventi esempio di sostenibilità ambientale, investiamo risorse per promuovere il piano di sicurezza della sorgente secondo quanto disposto dalle direttiva europea  1787/2015. Bisogna discutere insieme per trovare delle soluzioni, che non possono in alcun modo essere solo temporanee. Sia la tutela della sorgente Vina un esempio di buona politica.

Quali rappresentanti della comunità, non permetteremo che si parli delle sorti della sorgente VINA senza avere voce in capitolo. È stato lo stesso Ministero a darci voce e non tollereremo che lo stesso non si faccia a livello regionale. Atteso che l’ultima parola è della Regione Calabria, chiediamo al presidente Roberto Occhiuto di intervenire, con il pragmatismo che sta caratterizzando la sua politica, per rimediare al danno ambientale insistente sui siti di discarica ormai da decenni e a tutela della Sorgente Vina, mettendo la parola fine a questa scellerata ipotesi.

Il sindaco di Palmi – Giuseppe Ranuccio

L’assessore all’Ambiente – Alessandro Riotto

 

 

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