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Processo alle banche, in 13 “non hanno commesso il fatto”. Un solo rinvio a giudizio

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PALMI – Si è conclusa con tredici proscioglimenti “per non aver commesso il fatto” ed un rinvio a giudizio l’udienza preliminare del processo a carico di Enrico Pernice, ex direttore generale di Banca Antonveneta, accusato di aver applicato tassi che superavano la soglia sia del tasso di interesse che della commissione di massimo scoperto.

All’esito dell’udienza il GUP ha emesso sentenza di non luogo a procedere con la formula “per non avere commesso il fatto” per i direttori di filiale Salvatore Guerra Colosi, Germana Greco, Antonio Napoli, Francesco La Torre, Maurizio Grillone (difeso dall’Avv. Lorenzo Gatto) e Vincenzo Sarlo (difeso dall’Avv. Luigi La Capria) e per i funzionari Ortolan, Loria, Bagalà e Cherubini) mentre ha disposto il rinvio a giudizio per i direttori generali della Banca Antonveneta, Pernice e Mucci. Il 2 febbraio prossimo inizierà il processo dinanzi al Tribunale di Palmi.

L’inchiesta è nata in seguito alla denuncia sporta dall’imprenditore Antonin De Masi, che ha già portato ad un’inchiesta contro i vertici di alcune banche per usura, terminata con l’assoluzione degli imputati sia in primo grado che in secondo.

”Su questa vicenda – ha commentato Antonino De Masi – ritengo opportuno rammentare che in tutte le sedi giudiziarie e’ stato sempre confermato il reato. E’ da oltre 10 anni che ciò avviene ed il diritto bancario e il ruolo sonnolente dell’organo di vigilanza sono cambiati grazie alle mie battaglie. Ma nonostante tutto ciò e la conferma del reato di usura in tutte le sedi, il processo penale deve individuare una persona fisica che materialmente lo commette, e questo sembra essere una cosa molto complicata.

Chi di competenza dovrebbe intervenire per mettere fine ad una disputa che vede un cittadino che si sta svenando solo per cercare di avere giustizia, e per questo rischia di morire mentre le banche con i loro funzionari che hanno commesso reati gravissimi, continuano a far finta di nulla ed a operare”. ”Certamente le banche, grazie al loro enorme potere economico, ai lunghissimi tempi della giustizia ed a interventi legislativi di dubbia costituzionalità – ha concluso De Masi – tenteranno come sempre di farla franca, ma io da calabrese e da imprenditore faro’ ogni cosa per arrivare ad ottenere giustizia ed il risarcimento degli enormi danni subiti”.

Viviana Minasi

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