Poggiai lo spartito sul tavolo, frettolosamente, senza accorgermi che lui mi ascoltava dal corridoio.
Erano le quattro precise, ed era un caldo pomeriggio di agosto. Mi aveva chiesto di essere puntuale. Lo ero.
Iniziai a pormi tante domande: «Perché non è già qui? Beh, i grandi maestri si fanno attendere di solito. Lui è un grande maestro. Chissà se frequentava i grandi salotti milanesi… o forse quelli viennesi? Mi hanno raccontato che ama i colori e che indossa spesso un panama o montecristi. Non si sarà innamorato dell’Ecuador, in occasione di qualche tournée estiva?».
Io, come al solito, non ho osato con le tonalità e ho indossato una maglietta nera con una gonna grigia.
«Non ne combino mai una giusta! Penserà che somiglio a quelle donne che non hanno cura di sé e del loro aspetto perché impegnata a studiare dentro la soffitta di casa… dal viso pallido, con il gatto che ogni tanto la degna di qualche effusione. Insomma, un po’ anziana nello spirito… Bah! E se mi chiede dove ho preso lezioni di violino? Beh… gli dirò che ho imparato dal mio caro zio Vittorio, ormai defunto. Ma è necessario specificare che è morto?».
Ma che importava in quel momento? Stavo divagando troppo e non mi era utile.
Era l’ansia, sicuramente!
«La prego, si tranquillizzi. Non mangio mica i talenti. In verità, vado matto per la pasta italiana… quella la mangio con grande voracità», disse, appena entrato in quell’aula soleggiata, al terzo piano di un antico palazzo del centro.
Si sedette di fronte a me, sorridendo ed esclamò: «Mi ha affascinato il suo pezzo. Lei suona con grande classe ed eleganza. Mi ricorda una donna a me molto cara. Vorrei risentirla presto. Mi dica lei dove e quando. Ritornerò a Vienna per iniziare le lezioni del mio corso in Ottobre».
«Ehm… non saprei…forse … è meglio che mi dica lei dove vuole che suoni. Vivo lontano dal Teatro».
Queste le uniche parole che uscirono dalla mia bocca.
«Domani! Se per lei va bene, la attenderò davanti l’ingresso del Teatro alla Scala. Alle dieci in punto. Ci saranno le audizioni per la nuova stagione teatrale. Stia tranquilla. Ci sono davvero pochi talenti in giro».
Lo salutai, affascinata dal tono speranzoso della sua voce e con le lacrime agli occhi.