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Lirosi, si “tira a campare”: dopo lo sciopero i dipendenti chiedono tempi certi per la retribuzione

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L’11 dicembre si è svolto lo sciopero di quattro ore per protestare contro le oramai annose problematiche che paiono non trovare soluzione nella Lirosi Autoservizi.

Si continua a “tirare a campare”, tra mille difficoltà, senza metter mano, in chiave risolutiva, alla situazione di incertezza che si vive da anni in tema di fondo pensionistico complementare, di rispetto della tempistica delle retribuzione e, non ultimo, di relazioni industriali.

Crediamo che l’inverno che è alle porte sarà caratterizzato da non facili giornate, convinti come siamo a rivendicare con sempre maggiore rigore e risolutezza i diritti dei lavoratori che, senza cenno di ravvedimento, l’Azienda continua a porre in discussione con una disinvoltura disarmante.

Il Covid ha dato non pochi pensieri alla classe operaia e, in un momento così delicato, le Aziende dovrebbero farsi doppiamente carico dei bisogni dei propri dipendenti, sia sul piano economico che di vicinanza umana.

Le tutele che il legislatore da un lato e la Regione Calabria dall’altra hanno messo in campo per le Imprese non trovano corrispondenza e traduzione alcuna in atti in favore dei lavoratori, indirizzati verso l’Inps a riceversi le miserie del Fondo bilaterale di solidarietà.

Nonostante il trasporto pubblico locale sia stato in quest’ultimo periodo ampiamente garantito e tutelato, le imprese come la Lirosi non hanno ricercato la virtuosità, trascurando quindi di mettere in cantiere azioni e politiche aziendali capaci di recuperare ritardi, di migliorare le condizioni di lavoro e di garantire serenità dell’attività lavorativa quotidiana.

Continueremo a fare da sentinella e lo sciopero, riuscitissimo, dell’11 dicembre, costituisce un elemento di ulteriore motivazione a ricercare, senza sosta, la soluzione ai problemi che, come fossero polvere, l’Azienda tenta di nascondere sotto il tappeto.

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