HomeRacconti"... In quel caruggio"

“… In quel caruggio”

Pubblicato il

Erano gli anni ’90. Andava di moda indossare i ciucciotti, ascoltare Max Pezzali e passeggiare  in riva al mare mangiando il cornetto Algida. Si era “Donna” con un filo di rossetto e una scarpa da ginnastica. Precisamente le Superga.

In casa di Caterina si respirava un’aria un po’ pesante. Dopo la maturità, lei avrebbe voluto raggiungere le sue cugine che vivevano in Liguria, dove era suo solito trascorrere le vacanze, ogni anno, finita la scuola. Ma quell’anno il padre aveva deciso di andare in montagna. 

Dopo giorni di litigi e bronci, alla fine Caterina ebbe la meglio. Realizzò il suo sogno: partire in vacanza senza i suoi genitori. Sola, con il suo zaino Invicta, carico di emozione, salì sull’Intercity diretto a Genova.

Fu l’estate più bella della sua vita! 

Monterosso era il più grande paese delle Cinque Terre. La zia abitava nella zona di Fegina, vicino alla stazione. Ma la zona più bella era il porto vecchio, dove c’erano i “caruggi”, i tipici vicoli stretti della Liguria.

Fu lì che Caterina conobbe Fabio, un ragazzo di qualche anno più grande di lei, compagno di scuola di Elisa – la cugina più grande – e amico di tante uscite. Sempre sorridente e con la borsa piena di lettere da consegnare tra quei vicoli, ogni mattina la attendeva davanti alla caffetteria per vederla ed offrirle una spremuta di arance.

Caterina non aveva mai provato prima d’allora un sentimento vero. Quasi quasi, si stava affezionando. 

Iniziò a lavorare anche lei presso una Scuola materna, che accoglieva i bimbi durante il periodo estivo. Si sentiva realizzata, lì, tra i bambini  che la amavano e con Fabio, anche se lontana dalla sua famiglia. 

Al volgere dell’estate, giunse per lei l’ora di dover decidere se rimanere o “fare ritorno giù”, in Calabria. Fabio, nel frattempo ricevette una bella notizia: veniva assunto in Posta con un contratto a tempo indeterminato.

Sapeva, in cuor suo, che ai suoi cari avrebbe provocato un enorme dispiacere rimanendo in Liguria. Su di lei avevano progettato  la prosecuzione dell’attività di famiglia.

Erano titolari, infatti, di un grosso pastificio che esportava anche all’estero e Caterina era molto brava ad occuparsi dell’amministrazione.

Ma si innamorò di quella terra. Del sole, dei caruggi, delle terrazze di fiori che coloravano la costa ligure, dei tramonti e di Fabio.

Ultimi Articoli

Migranti, sbarco a Roccella Ionica. 71 persone soccorse in mare

Si tratta di cittadini di nazionalità irachena, iraniana ed egiziana. Tra di loro 52 uomini, 12 donne e 7 minori tra cui un bambino con meno di un anno

Alla Tonnara di Palmi la schiusa delle tartarughe: sono nati 59 esemplari di Caretta Caretta

Alcune persone, ieri sera, hanno notato dei movimenti in spiaggia; avvisati carabinieri e capitaneria di Porto

Estate a Casa Berto: l’eredità culturale dello scrittore rivive a Capo Vaticano

Dal Premio 2024 alla attesissima riedizione de "La Fantarca”: il programma delle ultime due giornate.

Il questore di Reggio Calabria accoglie tre neo commissarie della Polizia di Stato

Micaela Ruberto assumerà l'incarico di funzionario addetto del Commissariato di Gioia Tauro, Rita Pizzonia incaricata all'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e Carolina Motta è stata assegnata a Cittanova

Ilaria Foti, il cuore oltre la musica

La Calabria dei talenti, quella che non ti aspetti e quella che, forse, ci...

Il bistrot di via Gucciardi

Un racconto di Annamaria Calderazzo

La bambola di Iris

Un racconti di Annamaria Calderazzo