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Anniversario della Liberazione: l’insulto pubblico all’Italia e agli italiani

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  • Rosario Schiavone
 

Ci sono date diventate ricorrenze nella storia del nostro Paese, e quella del 25 Aprile è – senza indugio – una tra le più significative.

75 anni fa l’Italia veniva liberata dal Fascismo grazie al sacrificio dell’Esercito e dei partigiani, e da allora il 25 Aprile è sinonimo di festa, libertà, rinascita. 

«A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 Aprile è dichiarato festa nazionale», si legge nel decreto emanato da Re Umberto II, su iniziativa dell’allora Presidente del Consiglio De Gasperi.

Una festa, dunque, ma che purtroppo non è percepita come tale da tutti.

È di questa mattina la pubblicazione di un post sul profilo Facebook dell’ex vice sindaco di Gioia Tauro Rosario Schiavone, attuale referente del locale Circolo “Fratelli d’Italia” e impiegato alla Regione Calabria, in cui è forte l’offesa all’Italia e agli italiani.

«Dicono gli esperti di genetica che il dna degli italiani è il più variegato d’Europa. Forse perché l’Italia è un “corridoio migratorio” naturale, e da sempre è terra di invasione e di conquista. Il risultato è che siamo un popolo bastardo e traditore, opportunista e sempre in vendita come le zoccole. Buon 25 Aprile traditori e zoccole».

Parole pesanti ed offensive, che fanno male ad un Paese che più che un corridoio migratorio, è un porto che accoglie chi fugge da situazioni estreme di pericolo, chi proviene da quei Paesi in cui vigono dittature che causano persecuzione e repressione.

Proprio come quel fascismo del quale oggi se ne celebra la liberazione.

Il post è stato successivamente rimosso, non dal suo autore ma da Facebook, a seguito della segnalazione di un utente.

Un post attaccabile da più parti: sicuramente a spiccare è la brutalità della terminologia utilizzata, ma se volessimo fare le pulci al contenuto, rileveremmo ad esempio che non vi è alcuna teoria di genetica che dimostra che le specie più deboli sono quelle non contaminate.

Charles Darwin, il padre della Teoria dell’evoluzione, sostenne come sia l’ambiente a selezionare le mutazioni in base al criterio della vantaggiosità: i geni portatori di vantaggio adattivo saranno trasmessi alle generazioni successive, e la trasmissione di questi, di generazione in generazione, favorirà l’affermazione dei geni buoni.

L’evoluzione della specie, dunque, è affidata al raggiungimento di un equilibrio tra popolazione e ambiente che durerà fino al prossimo cambiamento ambientale che, quindi, innescherà un nuovo fenomeno evolutivo.

Non c’è modo, dunque, per cui le teorie scientifiche accreditate possano aiutare a sostenere idee politiche, se idee si possono chiamare, il cui unico obiettivo è sostenere l’odio e la paura, al posto della convivenza civile e democratica.

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