HomeAltre NotizieAspettando la Varia: a Roma un evento sulle Grandi Macchine a Spalla

Aspettando la Varia: a Roma un evento sulle Grandi Macchine a Spalla

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Lo scorso 13 Gennaio, nel salone di Via Gramsci della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma, nell’ambito della mostra “Ilmondoinfine”, sono stati presentati il film “Un patrimonio sulle spalle” prodotto dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia in collaborazione con la Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane Patrimonio UNESCO, e “Prodigio in slow motion – Visibile e invisibile della Corsa dei Ceri a Gubbio”, primo allineamento cinematografico in vista di una installazione.

Definiti “due esperimenti cinematografici sul peso del mondo”, i lavori realizzati dal regista compositore Francesco De Melis con l’imprescindibile collaborazione delle comunità festive nell’ambito di una articolata ricerca sul campo, e con il supporto produttivo dell’Istituto, sono stati introdotti dagli interventi dei numerosi ospiti presentati dall’antropologa Patrizia Giancotti.

Dopo i saluti di Ilaria Bussoni, curatrice della mostra “Ilmondoinfine”, Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, ha sottolineato l’impegno dell’Istituto nella valorizzazione e divulgazione del patrimonio immateriale; Stefania Baldinotti, funzionario antropologo del MIBAC,  ha illustrato lo sviluppo dei sistemi di ripresa e del linguaggio filmico relativi alla documentazione del patrimonio volatile; Patrizia Nardi responsabile tecnico scientifico dei progetti UNESCO e della Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane, ha poi  ricordato il percorso di candidatura della Rete fino alla proclamazione a Patrimonio Immateriale dell’Umanità e l’assoluta  centralità delle comunità nella definizione di queste straordinarie celebrazioni collettive e nella salvaguardia della loro stessa autenticità; Francesco De Melis, regista etnomusicologo, ha chiarito alcuni aspetti peculiari  delle tecniche di ripresa utilizzate nel film  Un Patrimonio sulle spalle, al fine di far vivere”dall’interno” l’emozione del trasporto.  

Il secondo lavoro, Prodigio in slow motion, è stato introdotto da Augusto Ancillotti, assessore alla cultura del Comune di Gubbio, che ha illustrato alcuni aspetti della Festa dei Ceri e da Francesco De Melis che in questo caso, ha utilizzato il ralenti per svelare, movimenti e gesti che svelano l’intento più intimo del trasporto collettivo.  Le due proiezioni si sono concluse con l’entusiastico apprezzamento del pubblico che gremiva la sala, di cui, tra le altre personalità, facevano parte, insieme alla delegazione del Comune di Viterbo,  il consigliere Stefano Caporossi, l’architetto progettista della Macchina di Santa Rosa, Raffaele Ascenzi, la regista di Rai Radio 3 Cettina Flaccavento, che ha realizzato il programma radiofonico di Patrizia Giancotti “Un patrimonio sulle spalle”, Cristiana Castellotti, curatrice del programma di Radio3 Tutta la città ne parla, Francesco Strobel della Fondazione Ente dello Spettacolo, lo psicanalista Paolo Aite, la fondatrice dell’Associazione Italia Brasile Clelia Luppis.                 

Maria Fratelli, che a Milano dirige musei del ‘900, la Casa della Memoria  e i Progetti Speciali del Comune, è stata invitata a chiudere la serata: definendo “capolavori” i film appena visti ne ha analizzato alcuni aspetti salienti, annunciando la collaborazione con la Rete delle Macchine, in vista di una video-installazione che verrà realizzata al Museo Messina di  Milano. Infine l’assessore di Gubbio, Augusto Ancillotti, ha dichiarato la volontà di proiettare entrambi i film a Gubbio, evento che è stato fissato per il prossimo 6 Febbraio.

Gli eccezionali trasporti, la musica fortemente evocativa, i suoni e le e grida provenienti dalla più limpida tradizione italiana, hanno dunque risuonato per la prima volta nel tempio romano dell’arte contemporanea, segnando un nuovo inizio, al confine tra antropologia e arte contemporanea, verso lo studio e la divulgazione sempre più efficace e coinvolgente di queste espressioni straordinarie della nostra tradizione.

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