Gli interventi della rubrica “Altalenando” sono curati dall’Adic, l’associazione donne insegnanti calabresi:
In merito al servizio della giornalista Maria Elena Scandaliato, andato in onda su RAI2 il 13 ottobre 2018 in TG2Dossier, dal titolo” Gioia perduta”, nella mia veste di Presidente dell’Associazione A.D.I.C.,acronimo dell’ Associazione Donne Insegnanti Calabresi,che per Statuto è politica ma apartitica, non posso esimermi dal commentare brevemente quanto ho visto su RAI2.
Penso che documentare il degrado nel quale sono costretti a vivere i cittadini di Gioia Tauro, e tali sono anche gli abitanti del quartiere Ciambra, faccia bene alle coscienze in quanto foriero di sussulti d’indignazione e di ribellione di fronte ad una condizione ambientale e umana che non si conosceva o si conosceva poco.
Adesso, grazie anche a questo servizio, non si può rimanere indifferenti.
Sarebbe utile trasmettere ancora il servizio sulle reti nazionali, e non solo online, unitamente agli altri servizi giornalistici che hanno trattato del degrado in cui versa la città, ed auspico,se non lo hanno già fatto, che gli insegnanti lo vedano e lo commentino con i loro alunni anche nelle scuole.
Alla città di Gioia Tauro, nel corso di diversi decenni,sono state imposte dall’alto scelte progettuali che hanno determinato stravolgimenti territoriali, culturali e civili, rivelatisi successivamente fallimentari, frutto di oscuri intrecci tra mafie locali e nazionali, che hanno affossato la vocazione agricola, commerciale e turistica tipica di una città di mare come Gioia Tauro.
Per usare una metafora,la città è gravemente malata, colpita da un virus che ne ha debilitato l’intero corpo ed è necessario che tutti accorrano al suo capezzale per aiutarla a guarire.
Forse i tempi sono maturi perché i cittadini reagiscano, unendo le loro forze per risollevare le sorti della città e non mettendosi gli uni contro gli altri.
Comprendo i ricordi e la nostalgia per i tempi in cui la città splendeva di luce propria, ma ritengo che adesso sia importante aggregarsi per debellare il virus che l’ha fortemente indebolita.
Occorre riappropriarsi fisicamente e politicamente della città e non esclusivamente da parte di chi fa politica attiva, ovvero opera nelle strutture deputate a determinarla, ma anche e a maggior ragione da parte di chi, avendo subito effetti negativi ad opera di coloro che erano stati istituzionalmente investiti di occuparsi del bene comune, protesta con i mezzi che ha a disposizione o si occupa del bene pubblico anche con semplici e importanti gesti come non gettando una carta per terra o prendendola da terra e mettendola nel cestino.
Gli incarichi pubblici sono temporanei e modificabili, grazie al voto, la città è invece un bene che appartiene per sempre alla collettività.
La scuola ha un importante compito: formare l’uomo consapevole ed il cittadino attivo del domani in sinergia con la famiglia e con tutte le agenzie educative del territorio.
Grazie alla nostra professione e al nostro impegno politico, inteso in senso lato, possiamo ancora contribuire a far guarire la nostra città da quel virus che non è affatto incurabile.
E’ però anche vero che, fuori dai cancelli delle scuole, le nuove generazioni devono poter incontrare una società che organizza per loro le forme della cittadinanza attiva in cui possano esprimere un protagonismo politico e sociale, civile e democratico.
Concludo con una frase di Gesualdo Bufalino: “Per combattere la mafia basterebbe un esercito di maestri elementari”.
La Presidente A.D.I.C
Teresa Pagano