Era diventata il simbolo dell’incuria e dell’abusivismo, dell’abbandono. Stava lì da oltre due anni – era l’estate del 2015 quando l’ex amministrazione guidata da Giovanni Barone aveva deciso di realizzarla per porre una statua di oltre cinque metri – e questa mattina finalmente è stata demolita.
La base in cemento armato che si trovava in villa Mazzini, in uno dei punti più belli della monumentale villa palmese, questa mattina è stata abbattuta per volere del sindaco Giuseppe Ranuccio e dell’amministrazione tutta.
Nel 2015 l’esecutivo allora in carica aveva deciso di porre in villa una statua dedicata ai palmesi emigrati, donata da un’associazione di palmesi in Australia, e di farla poggiare sulla base in cemento armato.
Un’associazione palmese, il Circolo “Armino”, che oggi in consiglio comunale ha un suo rappresentante in minoranza, Pino Ippolito, ha presentato denuncia alla Procura di Palmi e la sovrintendenza ne ha deciso il sequestro, stabilendo che la statua, alta più di cinque metri, in villa non poteva starci.
La statua è stata successivamente posta in altra zona ma la base in cemento è rimasta in villa, perché la stessa amministrazione Barone aveva deciso di collocare un binocolo.
Questa mattina però, le ruspe sono entrate in villa, abbattendo “l’economostro”.
Tanta la soddisfazione del primo cittadino Giuseppe Ranuccio, che ha commentato: «Oggi è davvero una bella giornata.
Dopo anni di trascuratezza, la città si riappropria di un angolo di paradiso che era stato illegittimamente deturpato e divenuto simbolo di degrado urbano. Questa azione -ha concluso il sindaco – si inserisce a pieno titolo nel percorso di provvedimenti concreti volti a dare una nuova immagine alla città, all’insegna dalla bellezza e dalla legalità».