Amore, famiglia, religione, libertà. Questi e tanti altri i temi trattati ne “Le poesie di Licia Pronestì Seminara”, poetessa calabrese scomparsa nel 2005, ricordata come una donna forte, moderna, elegante.
Ed è proprio grazie ai ricordi e alla memoria che viene fuori dai suoi lavori, che la figlia Giovanna ha deciso di raggruppare tutte le sue opere e pubblicarne un libro, presentato ieri pomeriggio a Gioia Tauro nei locali delle Cisterne.
“Le sue parole sono state la colonna sonora della mia vita. – ha esordito la figlia visibilmente emozionata – Mia madre amava la parola e questo libro per me rappresenta un dovere verso la sua persona.”
“Una donna emancipata, piena di onore e di carità cristiana”. È la descrizione della poetessa fatta da Milena Marvasi, presidente Kairos e moderatrice dell’evento.
Un incontro iniziato con una carrellata di foto che hanno caratterizzato la vita della scrittrice. Una vita fatta di premi, amicizie, valori e famiglia.
Passando da Stesicoro, Gilda Trisolini e Nosside, “che come Saffo disse alcune cose”, Arcangelo Badolati, giornalista della Gazzetta del Sud, ha parafrasato i versi della Seminara, comparandola ad artisti locali così come ad Oriana Fallaci, Alda Merini ed Emily Dickinson.
“Scrive in italiano ma anche in vernacolo. – ha detto il giornalista – E non è un caso. Ogni scelta fatta da un poeta è mirata. Il dialetto è parlare materno, rivendicare la propria identità”.
E tra una poesia e l’altra recitata dall’amica Carmela Orso, è stato l’ex assessore gioiese Francesco Toscano l’ultimo ad intervenire alla presentazione, elogiando la capacità di Giovanna Seminara nel far rivivere la madre.
Ma è sulla conoscenza che ha improntato il suo discorso Toscano, sull’importanza della filosofia spesso definita “di contorno”.
“Penso che la società sia diventata così brutta proprio perché avida di sentimenti. – ha detto – Il sapere è diventato qualcosa che spaventa, al contrario della volgarità che viene addirittura esaltata. Credo che la nostra poetessa offra diversi spunti di riflessione e magari qualche momento di sconforto.
Anche gli artisti li avevano. Lo stesso Sant’Agostino. Ed era lui che diceva che il male è una mancanza di bene. Da qui parte la rivoluzione culturale, che non riguarda soltanto i giovani, ma principalmente gli adulti. E se avremo a che fare con persone come Licia, questo percorso sarà sicuramente più semplice.”