Riceviamo e volentieri pubblichiamo la storia della venerazione mariana al Parco delle Rimembranze scritta dal cultore di storia locale Walter Bonanno:
Il modesto monumento alla Madonna, presso il Parco delle Rimembranze a Gioia Tauro, balzato agli onori della cronaca per l’atto vandalico di cui è stato fatto oggetto, è l’inconsapevole testimonianza di un antico culto mariano legato a quel luogo che si perde nei tempi e che è stato perso nella memoria.
In pochi, ormai, rammentano che il parco sorge su quello che fu il Cimitero Vecchio di Gioia Tauro; ancora in meno sanno che la vicina via Santa Maria venne così chiamata perché aperta nelle vicinanze di una antica cappella dedicata a Santa Maria di Romanò, latinizzazione di una espressione devozionale Greco-Cristiana, ovvero, Romea.
Relegata alle fonti archivistiche è, ormai, la memoria che il Cimitero Vecchio venne ricavato, a conseguenza del catastrofico terremoto del 1783, proprio nel terreno sul quale insisteva la cappella di Santa Maria di Romanò.
La costruzione nel tempo è andata perduta, ed il quadro della Madonna di Romania (come venne catalogato nel 1891), traslato presso la tardo settecentesca chiesa parrocchiale al Piano delle Fosse, dove veniva venerato e custodito fino a quando non se ne persero le tracce a seguito del trasferimento della parrocchia presso l’attuale sede negli anni ’20 del secolo scorso.
Oggi la storia si ripete, come se contro la “Madre di Dio venerata dai Romei” ci fosse una sorta di damnatio memoriae. I credenti sanno però che le vie per le quali Lei opera possono essere ai fedeli imperscrutabili e la tradizione mariana è ricca di aneddoti nei quali un evento distruttivo altro non è stato che un richiamo d’attenzione.
Comunque sia, a seguito di questo episodio di cronaca, abbiamo avuto l’occasione per richiamare alla memoria un pezzettino di storia gioiese che sembrava destinato a perdersi per sempre.
Forse, “Santa Maria di Romanò”, merita dai Gioiesi, credenti e non, quell’attenzione fin ora negata.
Walter Bonanno