CINQUEFRONDI (16 luglio 2011) – L’aumento del pane è la minaccia dietro l’angolo per tutti i comuni della Piana di Gioia Tauro. Dopo Cinquefrondi, Melicucco, Anoia e Polistena l’intera categoria di panificatori si è mobilitata. Il rischio è che anche negli altri paesi il pane costi fino a 50 centesimi in più al chilo. Il punto è capire come si sta affrontando la questione e, soprattutto, chi ha preso posizioni a riguardo. Per l’aumento del pane, crisi economica a parte, bisogna fare i conti con l’abusivismo. Una pratica che pare molto diffusa nella Piana.
Pane venduto abusivamente, fatto in casa propria, alla faccia dei controlli e delle norme igienico e sanitarie. Il segretario del partito di Rifondazione comunista a Cinquefrondi, Flavio Loria, ha reso note in un comunicato, le proposte emerse a seguito di una assemblea nella sede del Prc. «Innanzitutto, chiediamo di rendere pubbliche e definitive le motivazioni che hanno portato all’aumento del pane – si legge nella nota – da parte dei panificatori, smentendo così ogni voce che parla di speculazione in atto; 2) l’istituzione di un riconoscimento sociale del lavoro del “panificatore di garanzia certificata”, che si attiene alle norme di legge in tema di igiene e sicurezza certificate; 3) impegno concreto da parte dei Sindaci ad adottare tutte quelle azioni dirette a combattere l’abusivismo del pane». Le associazioni di categoria Confesercenti e Assopanificatori hanno incontrato a Taurianova circa 40 commercianti.
Questi hanno evidenziato aumento di gas, luce, acqua, benzina e costo delle materie prima alla base dell’aumento del prodotto. Anche durante questa riunione è emerso che esiste un abusivismo diffuso e che bisogna iniziare a fare qualcosa per contrastarlo. Intanto informando i cittadini anche sui rischi che corrono. Stesso discorso che qualche giorno addietro aveva fatto il consigliere comunale di Cinquefrondi Michele Galimi.
Angela Corica