Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Segretario,
data la mia presenza nell’assemblea Nazionale del Partito Democratico, mi sento in dovere nei confronti dei cittadini Calabresi di scriverti queste poche righe.
Nei cinque minuti che mi sono spettati durante l’assemblea di Milano ho provato a farti capire perché i cittadini “giù al sud” stentano a sentirsi Italiani, si pagano le tasse ma si vive di disservizi.
La disoccupazione cresce e i giovani se la danno a gambe levate. Mentre la spending rewiev costringe alla chiusura il presidio Polfer di Gioia Tauro, in una zona critica per la criminalità organizzata, i lavoratori dell’inceneritore continuano a protestare segnalando il problema della scarsa sicurezza dell’impianto, imputabile alla mancanza di manutenzione, che mette a repentaglio la loro salute e quella dei cittadini, come peraltro, è emerso dai sopralluoghi dello scorso anno.
Intanto da Crotone a Reggio Calabria, sulle tavole dei calabresi, nelle quali la roba più “pericolosa” che si mangia è il Peperoncino di Soverato, arrivano i prodotti inquinati di terre dove la Ndrangheta ha seppellito materiali tossici, i tassi delle malattie neoplastiche arrivano alle stelle, ma le strutture sanitarie sono fatiscenti e non consentono agli operatori sanitari di poter lavorare con professionalità. Intanto le infrastrutture sono inesistenti, i GD calabresi lo hanno dimostrato salendo sui treni e attraversando l’intera regione in quello che più che uno spostamento è stato un viaggio della speranza.
Ma veniamo a noi Matteo, ti scrivo per l’ennesima tragedia che si sta consumando in terra Calabra, non credo di esagerare parlando di un disastro ambientale. Tutta la punta dello stivale è totalmente sommersa dai rifiuti, la situazione è drammatica, la gente vive in condizioni igienico-sanitarie più che precarie.
L’amministrazione Scopelliti si dimostra, anche in questo caso, totalmente inefficiente, brancola nel buio e non è in grado di essere lungimirante, ha difatti fallito e dovrebbe prenderne atto. Il governo deve intervenire.
Vorrei che l’abbraccio con il quale mi hai salutata a Milano lo potessimo estendere al meridione tutto. L’Italia ha sempre trattato la nostra regione come un peso al quale lasciare briciole di assistenzialismo, ma al sud non serve “l’elemosina”, i meridionali non vogliono vivere “con il cappello in mano” hanno bisogno di una terra all’altezza dei loro sogni. Rilanciamo le politiche pubbliche per il mezzogiorno avendo il coraggio di pensare fuori dagli schemi.
Ripartiamo dalle università, dalle infrastrutture e dal turismo. Smettiamo di pensare al sud come un problema, una “questione” che va risolta. Il meridione è un occasione da sfruttare per il rilancio dell’economia Italiana. Nel tuo calendario, a giugno, pensa al sud. Facciamo in modo che sia sul serio la svolta buona.
E se Matteo Salvini e i suoi non saranno d’accordo credo che riusciremo a farcene una ragione.
Teresa Surace