PALMI – Era successo già ad agosto e nei giorni scorsi la “storia” si è ripetuta. La polizia sarebbe tornata a fare capolino a palazzo San Nicola, e stavolta sotto lo scanner della Procura antimafia reggina sarebbero finiti tutti gli atti vergati dall’ex vicesindaco Giuseppe Mattiani.
La notizia è stata diffusa stamattina dal giornalista de L’Ora della Calabria Francesco Altomonte.
Il prelievo degli atti, depositati negli uffici comunali, riguarderebbe progetti, appalti, affidamenti di lavori che Mattiani avrebbe firmato quando – dal 2012, dopo le elezioni – ricopriva l’incarico di assessore ai lavori pubblici.
La “visita” della polizia sarebbe avvenuta nei giorni successivi al sequestro di beni alla famiglia Mattiani, del valore di 150 milioni di euro, comprendente anche due lussuosi hotel, l’Arcobaleno di Palmi ed il Gianicolo di Roma. Il sospetto della magistratura è che dietro i beni della famiglia Mattiani ci sia la famiglia Gallico di Palmi.
Al sequestro di beni hanno fatto seguito, sul versante politico, le dimissioni di Giuseppe Mattiani, già duramente provato da vicende giudiziarie che hanno colpito i suoi familiare; la madre risulta proprietaria di tre villette sequestrate dalla polizia locale a febbraio perché ritenute abusive, ed il padre Pasquale Mattiani, a luglio è stato condannato dal Tribunale di Palmi per favoreggiamento alla cosca Gallico, al termine del primo grado del processo “Cosa mia”.
Dicevamo che non è la prima volta che la Dda invia al Comune le forze dell’ordine per prelevare atti da vagliare; in estate, infatti, era stata la volta degli appalti firmati durante il mandato di Ennio Gaudio, in particolare gli atti riguardanti la ditta che si occupa di raccolta dei rifiuti, Radi.