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A Gioia la protesta dei pescatori di tutta la Calabria

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GIOIA TAURO – Escono in piena notte e navigano per quindici, sedici ore al giorno col rischio di tornare a casa con le reti vuote.

E’ questa la routine quotidiana vissuta dai pescatori che hanno deciso di lasciare le barche a terra e di protestare contro il caro gasolio e i provvedimenti fiscali, adottati dal Governo Monti.

La protesta è nazionale ma la maggior parte delle marinerie calabresi ha deciso di incontrarsi al molo di Gioia Tauro, per dare voce al proprio disagio.

«Eravamo già in difficoltà da tempo – ha dichiarato Michele Rizzo – ora con l’introduzione dell’iva sul gasolio e la drastica diminuzione degli sgravi fiscali di cui godevamo, non possiamo più lavorare perchè non c’è alcun margine di guadagno».

Contestano l’introduzione della licenza a punti che ritengono ingiusta perchè invece di colpire il singolo pescatore che commette un’infrazione punisce l’armatore che puo’ essere privato della licenza di pesca. «E’ come se decidessero di sequestrare l’autovettura che viola i limiti di velocità – ci dicono – e non di togliere punti alla patente della persona al volante».

I costi del blue box (il sistema di controllo satellitare per la localizzazione delle navi da pesca) sono un altro dei motivi che hanno spinto alla protesta. «Per effettuare tutti i controlli necessari ed evitare la pesca di frodo – ha dichiarato Francesco Madafferi – ce l’hanno fatto installare, garantendoci che non avremmo dovuto pagare nulla, mentre invece annualmente ci costa circa 1200 euro e se il blue box non è installato non possiamo lavorare».

Infine la maggior parte dei manifestanti si lamenta del fatto che la domanda per ottenere il rimborso economico, relativo al mese di fermo biologico, non possa più essere presentata in maniera autonoma, ma debba passare dalle associazioni di categoria. «Prima andavamo in Capitaneria e sbrigavamo la pratica in pochi minuti – affermano i pescatori – ora invece dobbiamo pagare circa 120 euro per poter ottenere il rimborso che ci spetta».

Insieme ai manifestanti c’era il comandante della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, Diego Tomat. «Siamo tutti uomini di mare – ha dichiarato Tomat – e capiamo bene quali siano i disagi dei pescatori. Siamo a loro disposizione, anche se purtroppo non abbiamo il potere di risolvere i loro problemi che sono di competenza del Ministero».

Lucio Rodinò

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