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Da Palmi un appello a Gioia Tauro: l’ospedale non si tocca

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PALMI – Da ieri Palmi ha una certezza in più: quella per la sanità non è una lotta di pochi contro molti. Lo ha dimostrato la sala della Società Operaia, gremita in occasione del dibattito sull’ospedale, nato per iniziativa di Enzo Infantino, indignato, come molti, per le recenti affermazioni provenienti dalla vicina e rivale Gioia Tauro, firmate Bellofiore e Saccomanno.

Vi hanno preso parte in molti, partiti, associazioni, giovani, forze dell’ordine, semplici cittadini, per avere maggiori delucidazioni su una questione delicata, come quella dell’ospedale della Piana, che rischia di diventare l’elemento di rottura tra i comuni della Piana. Apre il dibattito Enzo Infantino, che tuona: «Ma quale mafia? Quali interessi della mafia? Ci sono delibere di giunta regionale, comunicazioni ufficiali del ministero della sanità che parlano chiaro: Palmi è stata scelta come sede nell’ospedale della Piana. C’è un iter avviato, c’è un cospicuo impegno di spesa, non ci si può permettere di bloccare la burocrazia, inviando diffide ogni giorno, ribattendo sempre su argomenti rigettati dalla Cassazione». «Fate le vostre belle manifestazioni, fate i vostri cortei, difendete i vostri diritti ma non venite a dire che dietro la scelta di Palmi ci sono interessi della mafia».

Quanto alla procedura di acquisizione dei terreni, ampiamente criticata da Bellofiore e Saccomanno, Franca Hyerace, una donna palmese schierata da sempre in difesa dei diritti dei cittadini, ha illustrato, documenti alla mano, tutta la regolarità dell’iter, dal 2007 al 2011. Inizia tutto quando è ancora insediato il commissario prefettizio Bagnato, il 24 aprile 2007: il dirigente generale del dipartimento lavori pubblici della Regione Calabria, Saverio Putortì, chiede a Bagnato di individuare un’area di 6 ettari su cui far sorgere l’ospedale.

Dopo poco tempo si insedia l’amministrazione Gaudio, che trova ben 4 siti idonei, presenta un progetto alla regione (l’unico comune a farlo) ed un anno dopo, nel settembre 2008, ottiene parere favorevole dal Ministero della Salute. L’ospedale della Piana sorgerà a Palmi. Nell’aprile del 2009 si procede con l’esproprio dei terreni, che erano della provincia e che sono stati acquistati dalla regione; acquisto necessario perché segnalato dalla Corte dei Conti che avrebbe provveduto a sanzionare provincia e regione qualora quei terreni fossero stati ceduti gratuitamente.

Nel frattempo si insedia la nuova amministrazione regionale, ed il commissario straordinario all’emergenza sanità, Giuseppe Scopelliti, conferma la volontà di fare a Palmi l’ospedale.

Ad agosto 2011 viene aperto l’avviso di gara per i quattro ospedali della regione, tra i quali è contemplato anche quello della Piana, a Palmi.
È stato poi un susseguirsi di interventi, da parte di esponenti politici, sindacalisti, professionisti e medici.

SANTO GIOFFRÈ – «L’assemblea non deve rispondere con campanilismo ma con la realtà dei fatti. Gli atti parlano della volontà di costruire a Palmi, centro logistico della Piana, il nuovo ospedale. Irregolarità non se ne ravvisano, ed in merito agli interessi mafiosi, dico che guardandoci intorno nella Piana, la mafia è ovunque. Ciò che conta, adesso, è proseguire nella chiarezza».

NINÍ SPRIZZI – «Palmi è la città dei servizi, e non deve rinunciare a svolgere questo ruolo nella Piana. Non è vero che dietro la costruzione dell’ospedale non ci potrebbero essere interessi, ma il compito delle amministrazioni, dei cittadini e delle forze inquirenti, è quello di evitare che dietro l’ospedale vi sia scambio di mazzette. Non c’è dubbio che a Gioia la mafia c’è ed è forte, ma non è neanche giusto dire che a Gioia un’attività non può sorgere per colpa della mafia. Stessa cosa vale per tutti i comuni della Piana».

ANTONINO CALOGERO – «Noi l’ospedale della Piana lo vogliamo e deve essere all’altezza di bisogni dei cittadini. Sulla localizzazione non abbiamo nulla da ridire: c’è un iter avviato e solo chi non è una persona di buon senso chiede verifiche degli atti, che rallentano l’inizio dei lavori. Per noi della Cgil l’iter è corretto, adesso tocca vedere che tipo di ospedale si vuole fare».

NICOLA MINASI – «Sento da tempo solo cumuli di sciocchezze, che non meritano considerazione o valorizzazione, né risposta perché smentite dagli atti. Io sono indignato. Un atto consolidato è più forte del giudicato penale e civile. È inattaccabile. Non possiamo stare fermi a discutere su atti consolidati».

DOMENICO ALVARO – «La battaglia per la difesa del diritto alla salute va avanti da vent’anni nella Piana, e purtroppo non siamo ancora riusciti a vedere buoni risultati. Nel frattempo due importanti inchieste della magistratura hanno messo in luce le ingerenze della mafia in alcuni comuni della Piana; poi è sorta la vicenda legata all’ospedale di Polistena; prima la cittadini della Piana si è “alleata” con Gioia Tauro per far fuori Palmi, ed in seguito ha capito l’importanza ed i vantaggi di mantenere attivo il suo nosocomio, nosocomio della Piana, a differenza di quello di Palmi, ospedale della Costa. Infine si è voluto colpire Palmi con l’arma della mafia, quell’arma che ha ucciso diversi comuni della Piana».

GIUSEPPE SALETTA – «Bellofiore e Saccomanno hanno inaugurato l’anno sparando cazzate, non potendo utilizzare i botti perché sequestrati dalla Polizia. Siamo alla frutta, non si possono ascoltare dichiarazioni simili. C’è l’impegno della regione e di Scopelliti, c’è un iter avviato, un impegno di spesa, non si può pensare di azzerare tutto e partire da capo. Avremo un ospedale, e sarà Palmi».

Viviana Minasi

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