ROSARNO – Servizio Civile Nazionale 2010: il Tar di Reggio Calabria ha dato ragione all’amministrazione comunale, riguardo all’annullamento della prima graduatoria, stilata con modalità dettate dalla terna prefettizia che all’epoca dei fatti governava l’Ente.
La controversia nacque appena la Giunta di centrosinistra, da poco insediatasi, decise, con uno dei primi atti amministrativi, di annullare la graduatoria per un «vizio formale», dopo aver riscontrato delle anomalie sottolineate in documento firmato da alcuni ragazzi ritenuti “non idonei” durante l’iter selettivo. Si fece quindi una nuova selezione, tenuta da commissari esterni, che fu percepita, da parte dei ragazzi passati nella prima prova, «illegittima e punitiva», la vicenda finì sulle testate giornalistiche locali e la città fu cosparsa di manifesti pubblici stilati dai ricorrenti.
Secondo i giudici del Tar di Reggio Calabria, Ettore Leotta, Giuseppe Caruso e Salvatore Gatto Costantino, invece, la decisione di annullare la prima graduatoria per riproporre una nuova selezione fu legittima. Gli ufficiali giudicanti hanno quindi dato ragione all’Ente comunale, rigettando il ricorso dei giovani ritenuti idonei nella prima selezione, ma non riconfermati nella seconda.
Il deliberato si basa su un vizio formale: «la Commissione insediatasi all’inizio del procedimento è stata erroneamente presieduta dallo stesso funzionario che l’ha costituita senza averne titolo». Si aggiungono a ciò alcune valutazioni sostanziali, come quella del rapporto di parentela tra un giudicante ed una giudicata, che ha portato l’amministrazione ad un legittimo annullamento in autotutela.
Giusta anche la scelta di predisporre due commissioni esterne (per altrettanti progetti): «la commissione è stata rinnovata con un procedimento apposito, in esito al quale, sulla base dei curriculum acquisiti o comunque disponibili, sono stati scelti due segretari generali di altrettanti comuni vicini, che hanno presieduto le commissioni, e diversi funzionari in possesso di esperienza di commissioni di concorso».
Dopo la pronuncia del Tar, dunque, l’attività delle 16 volontarie, che hanno preso servizio poco prima dell’estate, potrà proseguire in tutta tranquillità fino al prossimo luglio. Resta invece da capire se la querelle finirà qui, grazie alla pronuncia dei magistrati reggini, o se qualcuno degli esclusi farà appello presso il Consiglio di Stato.
Francesco Comandè