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Rosarno: Ucciso in un lager nazista, la salma in Patria dopo 66 anni

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Partenza da piazza Valarioti

ROSARNO – Dopo quasi 70 anni, ieri pomeriggio, la salma di Francesco Sabatino, soldato rosarnese fatto prigioniero dai tedeschi, rinchiuso nel campo di concentramento di Bernburg (Hannover) e morto l’8 marzo 1945, ha finalmente fatto ritorno in Patria.

Dopo lunghe ed estenuanti ricerche, una nipote dell’eroe di guerra, residente a Seregno (MB), è riuscita a localizzarne la tomba presso il cimitero militare italiano d’onore di Berlino e, dopo essersi adoperata per ottenere l’autorizzazione a riportare la salma nella città d’origine, grazie al contributo offerto dall’Amministrazione comunale di Rosarno, i resti mortali  di Sabatino sono giunti nella Piana, dove ad attenderli vi erano tutti i familiari, supportati da una grossa fetta della società civile.

La salma di Sabatino

Per l’evento è stata organizzata una cerimonia funebre che, partita dal “Monumento ai Caduti” di piazza Valarioti, si è diretta, passando per corso Garibaldi, verso la Chiesa di San Giovanni Battista (piazza Duomo), dove l’arciprete Giuseppe Varrà ha celebrato il rito religioso. La commemorazione finale è avvenuta a Largo Bellavista, davanti al “Monumento ai Caduti di tutte le guerre” ed a formalizzare l’ultimo saluto ci hanno pensato il sindaco Elisabetta Tripodi, Francesco Mammola, rappresentante dei combattenti e Giuseppe Scandinaro, presidente dell’Arci cittadina, il quale ha dato lettura di una missiva che Sabatino aveva inviato alla famiglia poco prima di morire.

All’evento, «di grande importanza per la ricostruzione di una memoria condivisa che a oggi sembra latitare tra i più giovani», erano presenti, oltre ai fratelli Gaetano, Vincenzo, Giuseppina e Maria ed a tutti i parenti, molti membri della giunta comunale, il comandante dei vigili urbani, Raffaele Naso, vari rappresentanti delle Forze armate, ed una delegazione dell’Associazione “Reduci e Combattenti”.

Francesco Comandè

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