HomeCronacaOperazione "Pollo Fantasma": quattro arresti della Guardia di Finanza

Operazione “Pollo Fantasma”: quattro arresti della Guardia di Finanza

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PIANA – Ennesima truffa ai danni della Comunità Europea e della Regione Calabria scoperta dal Gruppo Tutela Finanza Pubblica del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria quest’oggi, che ha portato all’arresto di quattro persone, tra San Ferdinando e Vibo Valentia. Si tratta di Alessandro Mallamace, 49 anni, rappresentante legale della Cooperativa Aulinas e della Avicola Sud di San Ferdinando, Francesco Suraci, di 43 anni, titolare della ditta Suraci con sede a Vibo Valentia, ed i fratelli Antonino e Paolo Carriago, di 35 e 31 anni, titolari di due ditte con sede a Reggio Calabria, tutte ditte operanti nel settore dell’allevamento.

L’accusa per i quattro è di truffa aggravata per l’ottenimento di assegnazioni pubbliche, falso e frode fiscale, operati attraverso un sistema di frode promosso da Suraci e Mallamace, e messa in atto grazie ai fratelli Carriago e altre persone. Contestualmente sono stati sequestrati agli arrestati ed agli indagati beni immobili e conti correnti per un valore complessivo di 8,5 milioni di euro, pari alle risorse pubbliche indebitamente percepite. E’ quanto emerso nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’operazione che si è svolta presso la Procura di Palmi alla quale erano presenti oltre al procuratore capo Giuseppe Creazzo; il sostituto procuratore Sandro Dolce, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, col. Di Gesù, e il comandante del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza della Guardia di Finanza, col. Petruzziello.

Le Fiamme Gialle hanno scoperto false fatture di acquisto di beni e servizi, prevalentemente aventi ad oggetto prestazioni di natura edile, forniture ed installazioni di impianti mai avvenute o eseguite solo in parte; false anche le quietanze liberatorie rilasciate da vari fornitori di avvenuto pagamento di cessioni di beni e prestazioni di servizi, come riscontrato durante le  indagini bancarie che hanno messo in luce l’assenza di effettivi movimenti finanziari attestanti i pagamenti dichiarati. Infine, i sopralluoghi presso le varie imprese hanno evidenziato la falsità della certificazione di avvenuta realizzazione delle opere, rilasciate da tecnici e direttori dei lavori compiacenti.

Tre gli effetti principali che la truffa scoperta ha prodotto: per prima cosa il conseguimento di ingenti profitti da parte di soggetti non aventi alcun titolo per accedere alle risorse pubbliche, fondamentalmente quantificabili nel danno patito dall’Unione Europea e dalla Regione Calabria, che ammonta ad oltre 8,5 milioni di Euro; successivamente la vanificazione degli obiettivi di politica economica, tracciati a livello comunitario, in considerazione che le elargizioni pubbliche destinate a incentivare l’agricoltura e l’allevamento, sono finite nella disponibilità personale di numerosi imprenditori che non hanno realizzato il programma stabilito dal P.I.F. ed hanno tratto in inganno l’Ente erogatore, al quale hanno esibiti documenti falsi e per finire l’inquinamento dell’economia legale e del mercato concorrenziale dello specifico settore in considerazione che tutti gli imprenditori, i quali indebitamente hanno percepito contributi comunitari senza realizzare il programma del P.I.F. e senza sostenere le spese artificiosamente documentate, hanno acquisito una posizione, altrettanto indebitamente, vantaggiosa nel mercato a scapito dei soggetti che onestamente hanno realizzato gli investimenti finanziati e ancor di più ai danni degli imprenditori che non sono stati ammessi ai contributi in parola o non vi hanno aderito, consapevoli di non essere in possesso dei requisiti di legge per beneficiarne.

Le indagini – è stato detto – continueranno per accertare altre responsabilità; la Procura di Palmi inoltre ha mandato “un appello” al Tribunale della libertà di Reggio Calabria sottolineando le responsabilità accertate da parte dei soggetti indagati per i quali il Gip non ha ritenuto di accogliere le relative ordinanze di custodia cautelare richieste dalla Procura.

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