Scuola, monta la protesta dei docenti precari di sostegno

Appello ad Occhiuto: "Chiediamo la possibilità di lavorare nella nostra regione". Promossa una raccolta firme estesa a tutto il meridione

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Hanno scritto ad Occhiuto – ma anche a USR, USP e sindacati di categoria – i docenti di sostegno precari disoccupati calabresi attraverso un accorato appello nel quale, oltre a sottolineare l’indipendenza politica e sindacale, lamentano uno squilibrio nelle assegnazioni provvisorie che vedrebbe prevalere docenti provenienti da altre regioni, con una quota che nel 2024, sommate ai posti con riserva, ha sfiorato il 75% delle cattedre assegnate. Una «tendenza che ha generato gravi ripercussioni per i docenti di sostegno precari, esclusi dalla possibilità di lavorare nella propria regione» riferiscono i precari locali in netta contrapposizione alla proposta avanzata da alcune sigle sindacali di riservare tutte le cattedre ai docenti che, dopo un periodo al Nord, tornano nella propria regione. «Crediamo – continua la missiva – che garantire la stabilità lavorativa non debba richiedere un trasferimento al Nord, né accettiamo di essere esclusi da opportunità di stabilizzazione nella nostra regione, nonostante i sacrifici e le richieste di immissione in ruolo (ex art. 59), accolte in altre aree ma disattese per il sud». Ecco allora che le richieste si fanno pressanti: «Chiediamo una maggiore quota di accantonamento dei posti nelle GPS per i docenti precari» con una rivisitazione «delle modalità di distribuzione delle cattedre di sostegno con opportuni riferimenti normativi, riportando le percentuali a livelli più giusti per garantire pari dignità a tutti i docenti, specialmente quelli precari». Una richiesta giustificata dal fatto che «ogni regione possa contare su una quota adeguata di docenti stabili e residenti, per assicurare qualità didattica e rispetto dei diritti degli studenti e dei lavoratori» ritenendo «fondamentale incrementare l’organico di diritto e assumere direttamente docenti con almeno tre anni di servizio». «Intendiamo denunciare ciò che sta accadendo nelle nostre scuole – ha riferito una docente interpellata da Inquieto.it -. Le manovre promosse dal Governo nazionale ci hanno praticamente messo in ginocchio poiché favoriscono docenti con titoli esteri e personale proveniente dal Servizio Civile Universale mentre noi che abbiamo persino superato il concorso PNRR 1 ci troviamo disoccupati e superati da chi viene chiamato ad insegnare avendo preso l’abilitazione in Romania». A supporto dell’iniziativa gli insegnanti precari hanno promosso una raccolta firme estesa a tutto il sud «per sensibilizzare e dare voce a queste esigenze».