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La Varia 2023 è ancora un caso politico. La minoranza: «Pretendiamo chiarezza sulle spese»

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«Dopo settimane di battaglie, di istanze di accesso agli atti – il più delle volte rimaste prive di adeguato e positivo riscontro anche da parte del Comune di Palmi – finalmente nei giorni scorsi siamo venuti in possesso di una ulteriore parte della documentazione contabile riguardante l’attività della Fondazione Varia relativa alla Festa 2023. Non nascondiamo tutto il nostro stupore misto a sdegno, rabbia e incredulità».

Esordiscono così i consiglieri comunali di Palmi Antonietta Gagliostro e Giancarlo Palmisano che nei giorni scorsi, dopo un braccio di ferro durato settimane, hanno acquisito ulteriore documentazione contabile riguardante l’attività della Fondazione Varia relativa alla Festa del 2023.

«Siamo partiti con l’acquisizione dei registri contabili – si legge nella nota stampa dei consiglieri – Da qui è emersa una situazione disastrosa, con un debito al 31 dicembre 2023 pari a 518mila 994 euro. Abbiamo cercato di comprendere meglio le ragioni che hanno portato la Fondazione letteralmente ad annegare nei debiti e a far sprofondare la nostra festa Patrimonio Unesco e la nostra comunità tra polemiche e rivendicazioni economiche. Un ente ispirato dai principi del terzo settore, privo di scopo di lucro, travolto dai debiti e causa di discordia anche con chi in passato si è posto al servizio gratuito della Festa e della città»

Proseguono così i consiglieri:

«Dopo tante battaglie, con istanze che addirittura siamo stati costretti a inoltrare anche al Prefetto di Reggio Calabria e alla Procura della Repubblica di Palmi, siamo riusciti a ottenere dalla Fondazione della Varia di Palmi parte delle fatture che oggi ci hanno consentito di ricostruire parzialmente ciò che è realmente successo nell’edizione della Festa della Varia 2023. Ne è venuto fuori un quadro agghiacciante: spese che non esitiamo a definire folli. Ci siamo chiesti quale attinenza possano avere con il raggiungimento degli scopi istituzionali della Fondazione Varia, migliaia e migliaia di euro spesi per giri in barca, cene e cenette, pernottamenti, consulenze (sì, consulenze), incarichi (uno) a parenti stretti di membri del direttivo, rimborsi di biglietti aerei e di treno. Ma non solo. Compensi su compensi per spettacoli, decine e decine di stampe per eventi, come se la Fondazione potesse identificarsi in una azienda di eventi e non come un ente responsabile di promuovere e salvaguardare l’essenza stessa della Varia, la sua storia e i suoi tratti distintivi. Oltre 50mila euro di spesa per l’acquisto di divise per gli ‘Mbuttaturi rimaste invendute in gran parte per le ragioni più disparate. Potremmo continuare ancora per molto. Lo faremo nei giorni prossimi, per ragioni di trasparenza e per far fronte al silenzio in cui, invece, si è trincerato il sindaco Ranuccio e l’amministrazione comunale che non potevano non accorgersi di quanto stava succedendo all’interno di un ente strumentale del Comune di Palmi».

Una Fondazione Varia che, secondo i consiglieri Gagliostro e Palmisano, avrebbe posto in essere un’attività non in linea con gli scopi auspicati:

“Sono lontani quei momenti in cui il contributo gratuito e solidaristico animava la Festa e il clima che vi faceva da contorno. Basterebbe leggere l’atto costitutivo e lo Statuto per comprendere la gravità di quanto accaduto. Una Fondazione nata per valorizzare e promuove la conoscenza della Varia in ambito nazionale ed internazionale e costituita per perseguire finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento di interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, di ricerca scientifica di particolare interesse sociale, di organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale di cui al presente articolo, di organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale o religioso. Tuttavia, questo castello di buoni propositi è stato tradito, colpito al cuore, così come la Città di Palmi ne è uscita ferita e dilaniata.”.

E sulla Varia 2024:

«Reputiamo l’atteggiamento tenuto anche per l’edizione di quest’anno dal sindaco e dalla maggioranza offensivo nei confronti dei palmesi. Nonostante il disastro prodotto, hanno voluto organizzare anche l’edizione 2024, scaricandone i relativi i costi in gran parte sul bilancio comunale. Quindi, ancor prima di risanare i conti della Fondazione, il sindaco ha reputato improcrastinabile una nuova edizione della Varia. Tanto, a pagare saranno sempre i cittadini. Sarebbe opportuno, quindi, conoscere nel dettaglio le spese complessive che saranno poste sulle spalle dei palmesi, gli introiti frutto di finanziamenti pubblici, le somme reperite dalla Fondazione a titolo di sponsorizzazioni e le spese effettivamente sostenute da quest’ultima. O questa operazione la farà a stretto giro il sindaco, o saremo ancora noi a chiederne conto».

In conclusione, l’invito al sindaco:

«È giunto il momento che il sindaco esca allo scoperto, spieghi tutto ai cittadini, per come suo dovere istituzionale rispetto a un ente strumentale. Chieda conto al presidente della Fondazione e al direttivo delle spese sostenute adesso che, anche se in parte, le fatture sono venute fuori. Si faccia dire se per ragioni di opportunità e di trasparenza per l’acquisto di servizi e forniture, la Fondazione Varia abbia mai attivato una procedura comparativa tra più operatori economici, avendo peraltro rendicontato anche fondi pubblici. Lo faccia rispondendo in un consiglio comunale convocato appositamente. E ne dia conto alla città. Spieghi se dopo averlo comunicato alla stampa nel corso di un’intervista, ha davvero avviato verifiche sull’attività della Fondazione. Il tempo passa e i palmesi hanno diritto di sapere. Non si può continuare a far finta di nulla così come sta facendo».

I consiglieri di minoranza

Antonietta Gagliostro

Giancarlo Palmisano

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