Presentato a San Giorgio Morgeto l’ultimo romanzo di Nicodemo Misiti, La tomba di Alarico, Dialoghi Editore, che indaga le vicende del re dei Visigoti autore del saccheggio di Roma del 410 d. C. che si intrecciano con gli appetiti nazisti riferibili alla missione a Cosenza del gerarca Heinrich Himmler del 1937 e della sua “caccia al tesoro” nel Busento. Una rilevante circostanza su cui si è concentrato l’autore che, nel corso dell’iniziativa, ha anche avuto modo di spiegare che «Alarico non era un barbaro, ma un romano che non odiava Roma ma solo rabbioso verso di loro per come era stato trattato». Il racconto poi si addentra nei passaggi più significativi delle vicissitudini di Alarico, ammalatosi di malaria, e quindi leggendariamente sepolto assieme il suo cavallo, l’armatura e tutti i tesori presso Cosenza. Una leggenda, tra le tante, che ammantano la figura del re visigoto «come quella – ha aggiunto Misiti – di una dea armata di lancia e scudo (Atena Promachos?) che lo fermò sulle spiagge di Reggio Calabria». Un partecipato dialogo tra lo scrittore e Maria Concetta Valotta – avvenuto presso lo storico complesso monumentale del concento dei domenicani, patrocinato dal Comune di San Giorgio Morgeto alla presenza, tra gli altri, del sindaco Salvatore Valerioti e dell’assessora Tina Gullone – nel corso del quale sono scaturiti interessanti spunti storici di una Calabria misteriosa e, a tratti, inedita.
San Giorgio Morgeto ripercorre le vicende di Alarico
Nell'ultimo romanzo di Nicodemo Misiti, La tomba di Alarico