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Cittanova: Giovinazzo bacchetta Cannatà in consiglio

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CITTANOVA – Durante il Consiglio comunale di Cittanova può succedere di tutto, anche quando la riunione sembra essere filata liscia. Ed è così che fra uno sbadiglio e l’altro dei consiglieri stanchi dopo più di quattro ore di seduta, la sala vuota come le pance dei presenti che aspettano solo la fine del consesso, tutti tornano sull’attenti per le rivelazioni shock del presidente che annuncia la sua pausa di riflessione da figura super partes del Consiglio.

Poi chiarisce meglio e spiega che non si tratta di dimissioni ma di una possibilità da valutare nel caso in cui non vengano sanate alcune incomprensioni in maggioranza. Con la pacatezza che lo contraddistingue, Giovinazzo guarda il sindaco Alessandro Cannatà, reo di non averlo difeso dagli attacchi a mezzo stampa del consigliere del gruppo Pdl Rosario Galluccio, e conferma quello che è un problema atavico in maggioranza (anche ai tempi della crisi politica): l’incomunicabilità.

Il Consiglio prende atto e, in un certo senso, frena lo slancio del presidente quasi disposto a lasciare il suo posto, ma non chiede scusa né per il mancato intervento pubblico di Cannatà a difesa del Consigliere né per le parole di Rosario Galluccio che, in sostanza, l’aveva accusato di non sapere gestire bene il suo ruolo da presidente facendo mancare “l’agibilità democratica in Consiglio”. Motivo per cui nei giorni scorsi, cosa che ha lasciato a bocca aperta i presenti per lo più inconsapevoli, Giovinazzo ha scritto al prefetto per informarlo sulla situazione.

Altra “rivelazione” della maggioranza la posizione dell’assessore Francesco Guerrisi che, parlando di dissesto idrogeologico, ha detto “siamo stati incapaci”. Un leggero mea culpa per tornare poi alla diplomazia di sempre, con cui ha cominciato a descrivere una sorta di Apocalisse per il Comune nel caso in cui l’amministrazione non dovesse intervenire laddove sono i punti più critici. «Può succedere che scoppino i condotti – ha iniziato – saltino le strade, ci siano problemi nelle zone di campagna oltre a quelle già a rischio come Cavallica».

Su proposta del consigliere Antonino Fera tutti hanno convenuto, sindaco in primis, di tenere un consiglio aperto con i cittadini e i tecnici affinchè venga studiata a tavolino la situazione e, come ha detto il vicesindaco Domenico Bovalino «studiare le criticità venute fuori con l’alluvione, e capire insieme ai tecnici e al Rup lo stato di avanzamento dei lavori in Cavallica e valutare delle varianti in corso d’opera». Fra le proposte anche quella del primo cittadino che ha ritenuto prioritaria la tutela del territorio, annunciando che l’Amministrazione scriverà al presidente della Repubblica e agli organi competenti, per chiedere che gli interventi che vanno a mitigare il dissesto idrogeologico, escano fuori dal patto di stabilità. Così da permettere alle amministrazioni locali di poter agire meglio senza sentirsi con le mani legate.

La bacchettata vera all’Amministrazione è arrivata dalla Corte dei Conti, così come ha subito incalzato il consigliere d’opposizione Francesco Cosentino. La Corte ha tirato le orecchie all’amministrazione per delle spese per il personale eccessive. Il rapporto tra spese per il personale e spese generali non è risultato bilanciato. L’Amministrazione si è comunque detta pronta a chiarire la situazione. Sono inoltre stati riconosciuti debiti fuori bilancio per 29 mila euro.

Angela Corica

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