PIANA – Il contenuto della lettera scritta da Rocco Palaia alla moglie Giuseppina Pesce, ed acquisita dal Tribunale di Palmi al termine dell’udienza di venerdì scorso del processo All Inside, su richiesta del Pubblico Ministero della Dda di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti, è stato reso noto oggi sul Quotidiano della Calabria.
Una lettera che Palaia ha scritto alla moglie dopo aver saputo della sua intenzione di riprendere a collaborare con la Procura e che il Pubblico Ministero Cerreti ha definito «inquietante per il contenuto altamente minatorio nei confronti della moglie».
«Solo oggi ho ricevuto una tua del 21 luglio che mi avevi spedito a Palmi, ma nel frattempo sono partito per Bologna poi non so me l’hanno consegnata oggi. Io sono uscito dall’ospedale sabato 10 e lunedì mi hanno portato a Sulmona e lunedì scendo per il processo. Ti puoi immaginare come sto operato fresco, non so se ti interessa ma credo che no. Come altro non so che dirti. Anzi pochi giorni fa ho saputo che stai facendo colloquio».
Fin qui una lettera apparentemente normale, solo qualche sbavatura nella forma; continua poi così: «Sono molto contento ma mi domando da tanto tempo come mai tu ti sei anzi ci hai rovinato la vita a tutti, compresa la tua solo per stare con i figli e non facevi colloqui. Avevo pensato di fare un annuncio sul giornale e quando ho capito ho bloccato tutto e niente so che ti trovi a Paliano».
E’ palese la contrarietà di Palaia alla scelta della moglie di tornare a collaborare con la procura, scelta che secondo l’uomo starebbe rovinando la vita della sua famiglia e di quella della moglie.
Parla poi dei figli e chiede alla moglie Giuseppina di lasciargliene uno, perché ha« bisogno di essere seguito a scuola e deve andare al doposcuola. Tu non sarai in grado di farlo».
L’argomento si sposta poi sui rapporti tra le famiglie di Palaia e della moglie. «Ti prego di mettermi in cattiva luce con i tuoi. L’altro giorno in una lettera di tua madre gli dicevi che hai problemi con me, che voglio la separazione. Io questa parola non l’ho mai detta e pensata, io la testa ce l’ho sulle spalle e favoritismo non ne ne faccio a nessuno. Io ho bisogno di mia moglie e dei miei figli. Niente altro e credo di non chiedere la luna».
Palaia prosegue parlando ancora dei figli e invitando la moglie Giuseppina a rivolgersi a suo padre, qualora ne avesse bisogno. Ma è l’ultimo capoverso, quello giudicato inquietante, a destare preoccupazione.
«Ma dio c’è ed è pure grande. Ora ti lascio con un abbraccio e spero che Dio ti illumini».
Insieme a questo documento, il Pubblico Ministero Alessandra Cerreti ha chiesto al Tribunale di Palmi l’acquisizione di altre due lettere, una a firma di Rocco Palaia e indirizzata alla moglie, contenente gravi minacce, della quale il contenuto integrale non è stato reso noto, e l’altra scritta da Rocco Pesce al sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi, dal carcere milanese di Opera nel quale si trova rinchiuso a scontare la pena dell’ergastolo.
Lettere che evidenziano che è in atto «una strategia minatoria neanche tanto occulta per mettere pressione alla collaboratrice di giustizia».
Venerdì prossimo ci sarà una nuova udienza del processo All Inside, in cui è coinvolta la cosca Pesce di Rosarno.
Viviana Minasi