GIOIA TAURO – Scelte antidemocratiche , illegali e possibili interessi mafiosi. Sono questi, secondo l’amministrazione comunale gioiese e Gianfranco Saccomanno, alcuni dei vizi dell’iter riguardante la costruzione del nuovo ospedale a Palmi.
Per questo motivo gli esponenti del comitato pro ospedale unico, hanno presentato un nuovo esposto denuncia con diffida, indirizzato a tutti gli enti interessati e per conoscenza anche alla Procura della Repubblica.
Nel documento viene richiamato un articolo pubblicato dal Corriere della Calabria alcune settimane fa, in cui si rivela che un terreno di 70 mila metri quadri, confinante a quello individuato a Palmi, sia riconducibile alla famiglia Gallico. «Con la costruzione dell’ospedale quel terreno prenderebbe grandissimo valore. – ha detto Saccomanno – Se venisse confermato che con questa decisione le Istituzioni abbiano voluto favorire la ndrangheta emergerebbe un dato grave e pesantissimo. Ovviamente noi siamo pronti a essere sentiti dall’autorità giudiziaria».
Il sindaco di Gioia Tauro Bellofiore, il suo vice Rizzo, l’assessore Nardi e il delegato Frangella si sono soffermati su quelle che considerano “gravi irregolarità” nell’iter in corso per l’edificazione della nuova struttura.
Nella conferenza di servizi convocata per rimuovere il vincolo di destinazione scolastica dei terreni si parte dal presupposto che l’interesse superiore sia basato sulla volontà dei sindaci e sulla gratuità dei terreni. Entrambe le condizioni non verrebbero peró confermate.
«Non hanno neanche citato – ha detto Rizzo – il documento ufficiale della conferenza dei sindaci mentre hanno preso in considerazione un documento protocollato alla Regione dal sindaco di Sant’Eufemia, senza nessuna valenza e smentito anche sui giornali da diversi primi cittadini, da cui emergerebbe la volontà di costruire il nuovo ospedale a Palmi. I terreni – ha aggiunto il vicesindaco di Gioia Tauro – non sono stati inoltre regalati ma venduti».
Ancora maggiori sono i dubbi espressi sull’atto di vendita dalla Provincia all’azienda sanitaria, lo scorso novembre. Secondo gli esponenti del comitato, il documento sarebbe non valido perché la Provincia non ha la proprietà dei terreni ma solo l’uso gratuito.
L’atto richiamerebbe inoltre una delibera della giunta regionale descrivendo una vendita onerosa mentre nella delibera si parlerebbe di cessione gratuita. Ci sarebbe inoltre – sempre secondo gli amministratori gioiesi – anche il richiamo a norme inesistenti e infine la firma della Squillacioti potrebbe viziare l’atto, considerata l’ordinanza di reintegro dell’ex direttore generale, emessa dal tribunale del Lavoro.
«Oggi – ha esordito Bellofiore – pongo un problema di democrazia e legalità. Su questi punti non dovrebbero esserci divisioni. Le irregolarità sono palesi. Spero che tutte le parti sociali intervengano. Le decisioni devono essere prese nelle sedi istituzionali. Nella scelta della costruzione della nuova struttura a un certo punto si è deciso di cambiare la decisione iniziale, sarebbe giusto sapere il perchè e soprattutto chi si è voluto favorire. Bisogna fare chiarezza – ha aggiunto il sindaco – e basarsi esclusivamente sui documenti».
Tra le “stranezze” denunciate in conferenza stampa vi è anche quella relativa alla dimensione dei terreni palmesi: «L’ex assessore Spaziante aveva chiesto un sito di almeno 10 ettari – ha detto ancora Rizzo – a Palmi sono meno di otto».
Bellofiore ha infine dichiarato che nel caso in cui la Regione decidesse di costruire l’ospedale sui terreni dell’Arssa, il comune di Gioia sarebbe pronto a cedere gratuitamente alcuni terreni confiscatidi sua proprietà come compensazione.
Insomma il tema della sanità continua a interessare la comunità e a dividerla. Sabato mattina, infatti, è stata convocata una iniziativa pubblica a Palmi in difesa del nuovo ospedale.
Lucio Rodinò